Sperlonga, preludio di minacce di tipo mafioso. Benito Di Fazio non può rimanere solo

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Guai se non si creano i collegamenti in una indagine giornalistica o giudiziaria. Non si puo’ dunque considerare come il gesto di un semplice contestatore la scritta infame comparsa sulla casa dell’uomo che da anni contrasta gli illeciti urbanistici a Sperlonga. Il suo nome e’ Benito di Fazio. Un signore con i capelli bianchi che non ha piu’ colore politico ma solo  una spasmodica forza d’animo per ricostruire nei dettagli tutti i passaggi amministrativi attraverso i quali un piccolo Comune del sud pontino puo’ diventare funzionale ai grandi giochi delle mafie. Fu lui a chiamarmi un pomeriggio in Rai per dirmi che a Sperlonga ci sarebbe stata una unica lista alle elezioni amministrative poiche’ nessuno aveva il coraggio di crearne un’altra. Nessuno tranne lui. E cosi’ fu che anche io fui eletta cercando i voti la sera quando nessuno ci vedeva. Da anni Sperlonga e’ cosi’, la citta’ del silenzio. Il Paese che dista solo due chilometri da Fondi, Comune per il quale fu chiesto per tre volte lo scioglimento per mafia  dal Ministro Maroni ma che il Governo non prese in considerazione fino a che rielessero gli stessi che si erano opportunamente dimissionati anziche’ essere mandati definitivamente a casa.

Sperlonga e’ il Paese bianco e pieno di rondini dove nell’ultimo anno e’ stato sequestrato un intero quartiere e dove e’ ormai stravolta la viabilita’, l’urbanistica, il commercio. E’ il Paese soprattutto dove sono sotto sequestro le due ville dell’avvocato Chianese, il legale dei casalesi accusato dal poliziotto Roberto Mancini e imputato di strage per la terra dei fuochi. Ecco questa e’ Sperlonga al di la’ di tutte le cartoline che vengono postate sui social depurate della colata di cemento che l’ha invasa. Ma Sperlonga troneggia nelle locandine dei supermercati a Roma come patria dell’agricoltura pontina quella che fa di Fondi il piu’ grosso mercato ortofrutiicolo d’Europa, strategico per tutto il bacino del Mediterraneo. A Fondi e a Sperlonga ha regnato la politica dell’assoluto con decine di querele per i giornalisti temerari che hanno continuato a tirare fuori scheletri anche dopo il clamore della richiesta di scioglimento per mafia fatta nel 2008 dal Prefetto Frattasi per il Comune dell’ortofrutta  patria dei grandi processi alle n’drine calabresi.

Adesso nel silenzio opprimente, nella negazione della memoria, adesso che si e’ tornati a non parlare, si fa presto a minacciare un signore di oltre settant’anni e attraverso di lui tutti quelli che sono impegnati a raccontare la verita’.

Benito Di Fazio non puo’ rimanere solo. Ma neanche noi possiamo continuare a vivere in un posto che ha gia’ le caratteristiche della Campania. Con una violenza annunciata che appare legata a storie del passato ancora in parte tenute nascoste ma che appare legata ancor piu’ a progetti criminali per il futuro. Quelli che Benito ogni giorno denuncia . Lui avanti a noi e piu’ forte e indomito di noi.  E adesso? E domani? Questo e’ il Paese del Rapporto Eurispes- Coldiretti consegnato nei giorni scorsi alla stampa con le decine di miliardi del business alimentare delle mafie. Che il Ministro Martina e il Presidente della Coldiretti Moncalvo vengano a Fondi-Sperlonga e chiedano conto alla politica di quello che sta succedendo. Altrimenti sono tutte parole. Anche se un eletto del Movimento Cinque Stelle di Latina al Parlamento ha chiesto che il Comune di Sperlonga venga commissariato e sciolto per mafia.


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