Giornalismo sotto attacco in Italia

Speranza

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Alla Festa della Liberazione di Porta San Paolo a Roma, siamo in tanti per un incontro, ma pochi per un corteo (che per la prima volta non si fa). E sempre meno sono i partigiani, seduti sul palco, che parlano a fatica e spesso lontano dal microfono (voce!) di azioni di coraggio, di giovani uccisi, di donne torturate. Del sangue della dignità.
Qui vecchi sacri li coccoliamo di applausi, anche quando stonano Bella Ciao, un canto che mi fa sempre commuovere per la sua struggente semplicità. Sono contento di esserci, ma ho un pensiero ombra che non mi lascia. Quando l’ultimo partigiano morirà, finirà anche la Festa della Liberazione? Sono troppi quelli che pensano che con la dignità non si diventi ricchi. Quelli che portano borse ai potenti, per diventare come loro e scendere dalle auto blu senza chiudere lo sportello.
Poi vedo degli studenti che salutano d’abbracci, ascoltano i vecchi partigiani e li applaudono. Forte.
Ho speranza.


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