Giornalismo sotto attacco in Italia

Eternit, quando è davvero troppo

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E’ molto difficile, se non impossibile, obiettare qualcosa all’amico Giancarlo Caselli che ha commentato l’assurda sentenza della corte di Cassazione  sulla Eternit di Casa le Monferrato ricordando sinteticamente i dati inoppugnabili delle leggi  ma anche del percorso processuale che c’è stato fino a questo momento. “La Cassazione-ha detto l’ex procuratore della repubblica di Torino-che quello di disastro ambientale sia un reato di pericolo cessato con la chiusura dello stabilimento e che, quindi, a partire da quella data i termini della prescrizione sono scaduti. Invece  i pubblici ministeri di primo grado e di appello, condannando , hanno ritenuto che il reato fosse permanente perché permanenti sono gli effetti.” E che questo sia vero, senza possibilità di dubbio, è dimostrato dal fatto che si prevedono proprio a Casale, ma non soltanto certo per quello stabilimento, decessi di persone  che sono entrate a contatto con l’amianto fino al 2020-2025. Caselli, peraltro, ha aggiunto: “E’ franca mente  difficile accettare e capire come  con un’interpretazione diversa da quella precedente, si possano cancellare fatti gravissimi . Ed è difficile accettare che coloro che si sono responsabili di questi fatti,per non averli fronteggiati e prevenuti possano farla franca solo perché è passato troppo tempo. Anche perché la necessità  di riforma la prescrizione esiste da almeno novant’anni.” E l’ex magistrato veneziano, Felice Casson, ora senatore del  Partito democratico, la pensa allo stesso modo come il giornalista de la Repubblica e il collaboratore che ne ha scritto su Il Fatto quotidiano,per non parlare di uno studioso come Marco Revelli il quale su Il Manifesto ,il quale ha detto testualmente: “C’è il  vento gelido di un nuovo statuto del mondo che da tempo viene avanti nei luoghi dove si conta e si decide, nelle Cancellerie e nei Consigli di Amministrazione, nei think tank e nelle cabine di regia dei media, Un nuovo comandamento:” il denaro è tutto, il lavoro è niente.” Anzi che la vita delle persone, che del lavoro è prima componente, è niente. ” Una frase e un ragionamento che chi scrive condivide interamente e che dovrebbe, a mio avviso, costituire il modo di ragionare che ci hanno insegnato nello stesso tempo le grandi religioni laiche oppure no e le migliori carte costituzionali ancora in piedi.


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