Giornalismo sotto attacco in Italia

Betlemme, Natale all’ombra del Muro

0 0

Sino a quando ci sarà la bar­riera di cemento costruita da Israele intorno a Betlemme e in Cisgior­da­nia, sino a quando le forze di occu­pa­zione mili­tare con­ti­nue­ranno a deci­dere chi entra e chi esce dalla città, lo svi­luppo eco­no­mico e turi­stico sarà illu­so­rio.

Articolo di: Michele Giorgio, Il Manifesto

Si parla di “aumento dei turisti” ma la città della Natività non riesce ad esprimere le sue ampie potenzialità a causa della barriera e dell’occupazione israeliana della Cisgiordania.

«Ho lavo­rato in nume­rosi siti archeo­lo­gici, tante chiese e luo­ghi di culto cri­stiani. Eppure il restauro della Chiesa della Nati­vità di Betlemme mi pro­cura un’emozione par­ti­co­lare. E’ come attra­ver­sare quasi due­mila anni di sto­ria, non solo cri­stiana ma di una intera regione del mondo». L’architetto Mar­cello Pia­centi ha il sor­riso sulla bocca men­tre osserva gli uomini della sua squa­dra di restau­ra­tori impe­gnati a ripa­rare la Chiesa che custo­di­sce, secondo la tra­di­zione cri­stiana, il luogo dove era pog­giata la man­gia­toia che fece da culla al neo­nato Gesù. «I lavori di restauro – ci spiega — si sono resi neces­sari per i danni cau­sati dalle infil­tra­zioni d’acqua pio­vana dal tetto (del 1478) al legno sot­to­stante, alle pareti e ai mosaici della strut­tura», aggiunge Pia­centi. «Lavo­riamo già da alcuni mesi e ne occor­re­ranno degli altri per ter­mi­nare i lavori ma pre­sto la Chiesa della Nati­vità tor­nerà al suo splen­dore», aggiunge l’architetto ita­liano che poi ci saluta e torna sul tetto. La chiesa sarà pronta per la visita in Terra Santa (il 25 e 26 mag­gio 2014) di Papa Fran­ce­sco.
I lavori della ditta Pia­centi (di Prato) sono pagati dall’Autorità nazio­nale pale­sti­nese (Anp), inter­ve­nuta con un pro­prio finan­zia­mento di fronte alle (seco­lari) riva­lità tra le chiese cri­stiane che “ammi­ni­strano” la Nati­vità e che non hanno saputo tro­vare un com­pro­messo per avviare lavori di restauro non più rin­via­bili. E’ con­si­de­re­vole l’impegno eco­no­mico a Betlemme della squat­tri­nata Anp. Impe­gno com­pren­si­bile se si con­si­dera che stiamo par­lando della città che, assieme a Geru­sa­lemme, è la più impor­tante per la cri­stia­nità. Eppure tanto sforzo non rie­sce a far decol­lare Betlemme, poten­zial­mente in grado di spic­care il volo e che invece resta una città in gab­bia, pri­gio­niera come il resto dei Ter­ri­tori occu­pati pale­sti­nesi. Nono­stante i riguardi che le auto­rità israe­liane affer­mano di avere per la culla del Cri­stia­ne­simo.
Pas­sano gli anni e a Natale, pun­tual­mente, i gior­na­li­sti di mezzo mondo si ritro­vano a scri­vere l’abituale pezzo su Betlemme: la calma rela­tiva (si fa per dire) favo­ri­sce la cre­scita del turi­smo dopo gli “anni bui” del primo decen­nio del mil­len­nio, la città respira, l’atmosfera è “diversa” dal pas­sato. E’ dav­vero così? Non pro­prio e la dura realtà ha un nome ben pre­ciso: Muro di sepa­ra­zione. Sino a quando ci sarà la bar­riera di cemento costruita da Israele intorno a Betlemme e in Cisgior­da­nia, sino a quando le forze di occu­pa­zione mili­tare con­ti­nue­ranno a deci­dere chi entra e chi esce dalla città, lo svi­luppo eco­no­mico e turi­stico sarà illu­so­rio. Lo spiega pro­prio Vera Baboun, primo sin­daco donna della città: «Quest’anno abbiamo alle­stito l’albero di Natale in Piazza della Man­gia­toia con diversi giorni di anti­cipo rispetto agli anni pre­ce­denti, abbiamo avviato l’iniziativa ‘Vieni a casa per Natale’ che invita a giro­va­gare per il cen­tro sto­rico e i vicoli della città. Il numero dei turi­sti è in aumento ma resta lar­ga­mente sotto alle nostre poten­zia­lità».
Accanto all’enorme albero di Natale scam­biamo qual­che bat­tuta con un gruppo di turi­sti nige­riani cri­stiani. E’ la prima volta che visi­tano la Pale­stina e ne sono entu­sia­sti. Anche loro hanno notato l’ingombrante pre­senza del Muro e subito i con­trolli delle forze mili­tari israe­liane al valico tra Betlemme e Geru­sa­lemme. «(Gli israe­liani) Hanno comin­ciato a farci tante domande: per­ché siete qui, da dove venite, per­ché avete scelto Betlemme?… Ma noi siamo solo dei turi­sti che vogliono vedere dove è nato Gesù», dice Jewel Gob, la “por­ta­voce” della comi­tiva. Un rac­conto che stride con le affer­ma­zioni ras­si­cu­ranti del mini­stro del turi­smo di Israele, Uzi Lan­dau: «Fac­ciamo tutto il pos­si­bile affin­chè i cri­stiani pos­sono visi­tare i luo­ghi sacri». La sua col­lega pale­sti­nese, Rola Maa­yah, vede nella bar­riera di cemento armato costruita da Israele a par­tire dal 2002 – uffi­cial­mente per “ragioni di sicu­rezza” — l’ostacolo cen­trale allo svi­luppo del turi­smo in Cisgior­da­nia. «Betlemme, una delle nostre prin­ci­pali attra­zioni, è tenuta sotto pres­sione da 27 inse­dia­menti colo­nici israe­liani. Come risul­tato, siamo cir­con­dati da mura, recin­zioni e posti di con­trollo che non inco­rag­giano i turi­sti. Certo, c’è stato con un aumento del 18 nel numero di visi­ta­tori in Pale­stina nel 2012 ma potremmo atti­rare tante altre per­sone se non ci fosse l’occupazione israe­liana», spiega la mini­stra.
Con 3.800 camere, Betlemme rap­pre­senta quasi la metà della capa­cità degli hotel in tutta la Cisgior­da­nia. Ma il tasso di occu­pa­zione (65–70 per cento ) è distri­buito uni­for­me­mente durante tutto l’anno. «Abbiamo rice­vuto un numero signi­fi­ca­tivo di pre­no­ta­zioni per le feste cri­stiane ma le stanze restano vuote il resto dell’anno», dice il vice pre­si­dente della Camera di Com­mer­cio di Betlemme , Fai­rouz Khoury. Molti turi­sti peral­tro lasciano la città al mas­simo dopo un paio d’ore. Un noto com­mer­ciante di Betlemme, chie­den­doci l’anonimato, ci spiega le cause. «Circa150 israe­liani sono auto­riz­zati a lavo­rare come guide a Betlemme, a fronte di 40 pale­sti­nesi auto­riz­zati a lavo­rare in Israele e a Geru­sa­lemme est. E gra­zie al trat­ta­mento di favore che rice­vono con­trol­lano l’80 per cento del mer­cato. All’interno di pac­chetti turi­stici sta­bi­liti alla par­tenza, por­tano turi­sti e pel­le­grini a Betlemme un’oretta, non di più, e poi li riman­dano indie­tro a Geru­sa­lemme impe­dendo loro di spen­dere nei negozi pale­sti­nesi».
Un fil­mato d’animazione (www​.you​tube​.com/​w​a​t​c​h​?​v​=​l​9​_​Q​y​L​_​5​piI) pro­dotto dall’Olp in occa­sione del Natale mostra papa Fran­ce­sco che si aggira in una Pale­stina intri­stita dall’occupazione israe­liana, fra fili spi­nati, posti di blocco, sol­dati e coloni armati. Poi con la sem­plice forza del suo mes­sag­gio spi­ri­tuale, il Pon­te­fice supera il Muro e da Geru­sa­lemme rag­giunge facil­mente Betlemme. I film, si sa, sono fatti anche per sognare.

Da perlapace.it


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.