Giornalismo sotto attacco in Italia

Il 12 maggio di Giorgiana Masi

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12 maggio 1977, l’assassinio di Giorgiana Masi. Una ragazza che passava di lì. Un omicidio deliberato, un atto della strategia della tensione.

Quel giorno erano in tanti su Viale Trastevere, sul Lungo Tevere, a Piazza Gioacchino Belli. C’era una manifestazione promossa dai radicali, per ricordare la vittoria referendaria del celebre 12 maggio, quando anche noi conquistammo la civiltà del divorzio. Ma quella manifestazione, proibita, divenne l’occasione per tanti per dire anche altro: no proprio a quel divieto, che era stato imposto dal governo a tutti i i cortei, da quando un agente era stato colpito a morte durante una manifestazione: si trattava dell’agente Passamonti.

Ecco perché quella manifestazione proibita e comunque confermata dai radicali divenne un evento di eccezionale importanza per l’Italia del 1977. Un anno terribile. Un anno terribile soprattutto per lei, che in realtà si chiamava Giorgina, non Giorgiana, ma che per tutti noi italiana è sempre stata e sempre sarà Giorgiana Masi. La uccisero lì, vicino alla statua del Belli, con un colpo di rivoltella. Cadde a terra come se fosse inciampata, dissero i resoconti di allora. Ma chi l’ha uccisa?

Ecco quanto ha dichiarato anni dopo quel tragico evento l’ex presidente della commissione stragi, Giovanni Pellegrino: …”quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell’ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993″.

E’ ben noto che quel giorno il ministro dell’interno Cossiga schierò migliaia di uomini in assetto di guerra, molti di loro camuffati, alcuni da “autonomi”. Chi ha sparato contro il milite che rimase ferito, contro la signore Ascione, altra passante, e Giorgiana Masi?

Lei era nata a Roma il 6 agosto del 1958, abitava sulla Trionfale, nei pressi dell’ospedale San Filippo Neri. Quando la uccisero era una ragazza, che frequentava il liceo scientifico.

Da Ilmondodiannibale.it  Il 12 maggio di Giorgiana Masi
12 maggio 1977, l’assassinio di Giorgiana Masi. Una ragazza che passava di lì. Un omicidio deliberato, un atto della strategia della tensione.

Quel giorno erano in tanti su Viale Trastevere, sul Lungo Tevere, a Piazza Gioacchino Belli. C’era una manifestazione promossa dai radicali, per ricordare la vittoria referendaria del celebre 12 maggio, quando anche noi conquistammo la civiltà del divorzio. Ma quella manifestazione, proibita, divenne l’occasione per tanti per dire anche altro: no proprio a quel divieto, che era stato imposto dal governo a tutti i i cortei, da quando un agente era stato colpito a morte durante una manifestazione: si trattava dell’agente Passamonti.

Ecco perché quella manifestazione proibita e comunque confermata dai radicali divenne un evento di eccezionale importanza per l’Italia del 1977. Un anno terribile. Un anno terribile soprattutto per lei, che in realtà si chiamava Giorgina, non Giorgiana, ma che per tutti noi italiana è sempre stata e sempre sarà Giorgiana Masi. La uccisero lì, vicino alla statua del Belli, con un colpo di rivoltella. Cadde a terra come se fosse inciampata, dissero i resoconti di allora. Ma chi l’ha uccisa?

Ecco quanto ha dichiarato anni dopo quel tragico evento l’ex presidente della commissione stragi, Giovanni Pellegrino: …”quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell’ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993″.

E’ ben noto che quel giorno il ministro dell’interno Cossiga schierò migliaia di uomini in assetto di guerra, molti di loro camuffati, alcuni da “autonomi”. Chi ha sparato contro il milite che rimase ferito, contro la signore Ascione, altra passante, e Giorgiana Masi?

Lei era nata a Roma il 6 agosto del 1958, abitava sulla Trionfale, nei pressi dell’ospedale San Filippo Neri. Quando la uccisero era una ragazza, che frequentava il liceo scientifico.

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