Giornalismo sotto attacco in Italia

Non si usi il gesto di Preiti per mettere il silenziatore a chi vuole legittimamente criticare il governo

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Caro Beppe, questa mattina sui muri di Padova, nella centralissima Riviera Ponti Romani, sono apparse alcune scritte inneggianti a Luigi Preiti, l’uomo che ieri ha sparato ai due carabinieri di fronte a Palazzo Chigi. Mi pare un segnale preoccupante, che riporta alla memoria tempi difficili della nostra storia. Che ne pensi?
Paolo Colombatti

Paolo Colombatti, che ci ha spedito questa segnalazione, è un serio e rigoroso giornalista che lavora nel Veneto. Queste foto sono state scattate stamane a Padova, per altro in una zona centrale. Non vanno sottovalutate perché indicano un fenomeno da non rimuovere: quello del processo imitativo, della identificazione con un personaggio negativo, capace comunque di conquistare la ribalta mediatica e politica.
E i carabinieri feriti? E la signora colpita? Non esistono piú, le loro vite non interessano, solo comparse che hanno sbagliato luogo e tempi della loro apparizione.
Queste scritte, piú che gli anni di piombo, mi fanno tornare in mente i neonazisti che salutavano con scritte di giubilo il massacro compiuto in Norvegia da Breivik, oppure i gruppi di fans dei mafiosi, persone alla ricerca di un minuto di notorietà, figlie più del narcisismo mediatico che non degli anni del terrorismo e della strategia della tensione.
Sarebbe comunque grave sottovalutare questi segnali e ancora di più lo è il tentativo di strumentalizzare questi episodi per colpire qualsiasi forma di critica e di dissenso sociale.
Luigi Preiti non é il vendicatore delle ingiustizie sociali, tanto meno l’araldo di una avanguardia rivoluzionaria; il suo gesto, folle, ingiustificabile, al quale non debbono essere forniti alibi, sarà cinicamente usato per cercare di mettere il silenziatore a chi vuole legittimamente manifestare un punto di vista critico anche nei confronti di questo governo.
Questo non possiamo e non dobbiamo consentirlo perché, mai come in questo momento, l’Italia ha bisogno di una libera dialettica delle idee, anche le più distanti dalle nostre, e di un confronto tra progetti diversi ed alternativi. L’ulteriore riduzione di questo confronto, già molto asfittico, e la incapacità di affrontare la questione sociale potrebbero davvero produrre effetti devastanti e diventare terreno di coltura per gesti estremi e violenti. Sarà il caso di non distrarsi e, anche per questo, grazie a Paolo per la segnalazione.


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