Giornalismo sotto attacco in Italia

No alla legge illiberale sulla Giustizia

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Copio questa definizione dall’intelligenza artificiale: La divisione dei poteri (o separazione dei poteri) è un principio fondamentale dello stato di diritto che suddivide il potere statale in tre funzioni distinte: legislativo, esecutivo e giudiziario. Questa divisione serve a prevenire l’eccessiva concentrazione di potere e a garantire la libertà e i diritti dei cittadini, attribuendo ciascuna funzione a organi diversi e indipendenti (come il Parlamento, il Governo e la Magistratura).

E il principio base della democrazia da trecento anni (Charles-Louis de Montesquieu), e significa che un governo democratico e liberale non è una monarchia assoluta, o un a tirannia, o una autocrazia perché è soggetto alle costituzioni e alle leggi del proprio stato e del diritto internazionale.

Parliamo di principi acquisiti in Italia prima della dittatura fascista e ripresi, e migliorati con la Costituzione del 1948. Se ne fanno cenni già alle scuole medie.

Purtroppo la presidente del Consiglio finge di ignorarlo, quando, come in queste ore, strabuzzando gli occhi e con la voce furiosa, sostiene che la Corte dei Conti non può sentenziare sul ponte sullo stretto di Messina, e parla di “intollerabile invadenza” evocando, senza ritegno, come una sorta di vendetta la nuova legge sulla magistratura. Chi applica la legge, insomma, per il nostro governo è un nemico da combattere

Ma è del tutto palese che questa non è una riforma della giustizia perché non tocca nessuno dei nodi cruciali per migliorare la giustizia in Italia. Per la stessa ammissione del ministro Nordio. Questa riforma non interverrà sulla lunghezza dei processi, né sul sovraffollamento carcerario. I cittadini che si aspettano la giustizia in tempi dignitosi non hanno nessuna risposta, aspetteranno anni per avere fissata una udienza, per ottenere una sentenza, e anzi i tempi, con la carenza di personale, si allungheranno.

Naturalmente nel nostro adorabile paese le tre scimmiette – non sento non vedo non parlo- sono un modello molto diffuso, a partire dai media. Ma questa volta è tutto chiarissimo, facile, evidente: il governo di destra-destra non vuole essere un governo democratico, non vuole la separazione dei poteri, non accetta di essere sottoposto alle leggi e alla costituzione, esattamente come Trump, Orban e altri autocrati contemporanei.

Non posso e non voglio entrare nel merito della legge approvata in pieno scontro con le opposizioni, firme rilevanti come oggi Roberta Calvano, spiegano e spiegheranno passo passo gli obbrobri di questa legge, noi operatori della comunicazione dobbiamo sapere che l’altro vero nemico degli autocrati è quel famoso “quarto potere” rappresentato dai media, dall’informazione, dall’articolo 21 della costituzione.

Da oggi comincia la nostra battaglia, dentro e fuori dai comitati referendari, perchè il referendum bocci questa legge antidemocratica sulla magistratura, che fa intravedere una campagna elettorale senza esclusione di colpi e con una invadenza del governo senza alcun precedente da 80 anni ad oggi. Perché da 80 anni ad oggi non abbiamo mai avuto un governo che come questo non sopporta le regole democratiche..


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