Giornalismo sotto attacco in Italia

Libertà dei media, il Regolamento Ue in vigore, ma eluso

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L’attualità delle vicende mediali vorrebbe che si parlasse di due questioni. Innanzitutto, Reporters Sans Frontieres ha pubblicato un documento per contribuire alla tutela dei servizi pubblici. Mancano pochi giorni, infatti, dall’entrata in vigore dell’articolo 5, che impone autonomia e indipendenza nonché certezza di risorse.

Così, l’impegnato scritto assume il tono di un avvertimento contro le pressioni sugli apparati pubblici in atto in diversi paesi, come l’Ungheria ma pure – ed è un paragrafo specifico su TeleMeloni ex Mamma Rai – nel rito italiota. Siamo al 21° posto su 27 nella classifica europea.

L’altra notizia è l’avvio del comitato ristretto in seno all’ottava commissione (competente per materia) del Senato proprio sulla normativa inerente alla Rai.

Il relatore, -il forzista Roberto Rosso, ha ipotizzato un lavoro comune in grado di mettere a confronto i ben dieci testi depositati (due del Partito democratico, due della Lega, uno di Alleanza Verdi-Sinistra, uno di 5Stelle, uno di Fratelli d’Italia, due di Gasparri-Forza Italia, uno di Italia Viva, in un arco temporale che va dal 13 ottobre del 2022 al 3 luglio 2025).

Nel frattempo, le opposizioni (tutte) stanno elaborando un articolato condiviso per interagire con autorevolezza nel dibattito. Del resto, l’allarme è rosso (nero, in verità) perché le lancette dell’orologio corrono inesorabili e agosto incombe.

Tuttavia, vi è un altro argomento, rimosso o oscurato. Si tratta dell’articolo 4 dell’European Media Freedom Act (Emfa), entrato in vigore lo scorso 8 febbraio. Ed è bene sottolineare che, trattandosi di Regolamento e non di Direttiva, le disposizioni sono pienamente operative. Il quadro di riferimento non è generico, bensì di dettaglio.

E che dice il rimosso articolo? Ecco, la lettura dei 7 commi con rispettive lettere chiarisce perché non se ne parla e al momento non sembrano previste conseguenze operative nell’ordinamento reale.

Dopo aver ribadito che gli Stati non devono interferire nelle attività dei fornitori dei servizi di media e nelle loro decisioni editoriali, il comma 3 prescrive che: «Gli Stati membri provvedono affinché le fonti giornalistiche e le comunicazioni riservate siano efficacemente protette. Essi si astengono dalle seguenti misure: a) obbligare ….a divulgare informazioni concernenti fonti giornalistiche o comunicazioni riservate, o in grado di consentirne l’identificazione…b) fermare, sanzionare, sottoporre a intercettazione o ispezionare i fornitori di servizi di media, o il loro personale editoriale o sottoporre tali soggetti o i relativi locali aziendali o privati a sorveglianza, o perquisizione e sequestro al fine di ottenere tali informazioni concernenti fonti giornalistiche o comunicazioni riservate….c) utilizzare software di sorveglianza intrusiva su qualsiasi materiale, dispositivo, macchinario o strumento digitale…». Purtroppo, esistono deroghe in casi specifici e giustificati: fessure nelle maglie previste forse foriere di qualche sorpresa. Sarà indispensabile vigilare, per evitare che lo spirito reazionario dell’epoca si appalesi in questo o quel pertugio.

Comunque, il fatto eclatante è che, a fronte di disposizioni in vigore, le autorità competenti non sembrino neppure fare una piega, Per capire: i casi clamorosi dello strumento fabbricato in Israele Paragon che è entrato nei telefoni di giornalisti (quanti? Non si sa) come Francesco Cancellato, Ciro Pellegrino, Paolo Mondani e chissà, oltre che in quelli di operatori umanitari (Luca Casarini e don Mattia Ferrari, ad esempio) sono illegali.

Perché tale silenzio, dunque? L’Italia rischia senza dubbio di venire sanzionata e di dovere pagare multe salate.

Siamo davanti ad un caso tanto grave quanto figlio dell’arroganza di un governo incapace di egemonia e in grado solo di utilizzare repressione e censura.

L’associazione Articolo21 intende promuove un esposto rivolto agli interlocutori di Bruxelles sul diniegato articolo 4, che si aggiunge ai numerosi che scatteranno il prossimo 8 agosto sull’articolo 5 a partire dall’iniziativa dell’omologa associazione.

Fonte: https://ilmanifesto.it/liberta-dei-media-il-regolamento-ue-in-vigore-ma-eluso?t=NOK6i1c2l6EE28x9gwjhH


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