Giornalismo sotto attacco in Italia

Gaza non è sola

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Ci perdonerà Lucio Magri se mutuiamo il titolo di uno dei suoi editoriali più significativi per raccontare la bella iniziativa svoltasi ieri mattina

al Senato, in Sala Nassiriya, ma Gaza non è sola. Lo abbiamo ribadito grazie alla presenza della special rapporteur delle Nazioni Unite Francesca Albanese, che ha presentato il suo rapporto relativo ai guadagni delle multinazionali, in particolare quelle delle armi, in merito al martirio di Gaza. “Da un’economia di occupazione a un’economia di genocidio”: questo il titolo dell’iniziativa. Presenti la senatrice Alessandra Maiorino e la deputata Stefania Ascari del M5S, la senatrice Susanna Camusso del PD, il senatore Peppe De Cristofaro di AVS, la giornalista Stefania Maurizi e la moderatrice Francesca Fornario, oltre a Triestino Mariniello, professore di Diritto penale internazionale presso la John Moores University di Liverpool.

Passione civile, impegno politico e pieno sostegno nei confronti di Albanese, da tempo vittima di attacchi scomposti e pesantissimi, tanto da parte del governo americano quanto di tutti i suoi emuli europei, a cominciare dalle estreme destre che ahinoi avanzano ovunque e hanno sulla questione palestinese una posizione a dir poco ambigua, quando non di aperto sostegno verso il governo fondamentalista di Netanyahu: questo è stato il senso dell’incontro, cui, come Articolo 21, abbiamo partecipato con convinzione e spirito unitario.
Abbiamo ascoltato parole significative, proprio com’era accaduto lo scorso maggio, nella stessa sede, quando ospite della Sala Nassiriya del Senato era stata Rula Jebreal, autrice di una testimonianza scioccante intitolata “Genocidio” (Piemme editore): un titolo mai come ora attuale, perfetto per descrivere l’orrore cui stiamo assistendo, pervasi da un senso di impotenza.
Albanese, nel corso del suo intervento, ha posto l’accento su un tema essenziale: i soldi, i profitti, proprio come aveva fatto a suo tempo Giovanni Falcone a proposito della mafia. “Follow the money”, seguite i soldi, e troverete tutte le risposte che cercate. Non a caso, da quando ha presentato il suo ultimo rapporto, facendo nomi e cognomi dei veri aguzzini del popolo palestinese, sotto forma di fomentatori e mandanti, l’assalto contro di lei è salito di livello, fino a trasformarsi in un vero e proprio assedio. Per questo, abbiamo il dovere morale, civile e politico di schierarci al suo fianco, di difenderla dall’aggressione che sta subendo e di diffondere ovunque le sue denunce. Dobbiamo essere scorta mediatica, una luce costantemente accesa sul suo cammino e sul suo operato.
Cara Francesca, neanche tu sei sola. E, nel nostro piccolo, ci uniamo alla richiesta dell’Intergruppo parlamentare per la pace fra Palestina e Israele: nessuno, infatti, meriterebbe più di lei il Premio Nobel per la Pace, un riconoscimento importantissimo che talvolta, ci permettiamo di dirlo, è finito nelle mani sbagliate.

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