Giornalismo sotto attacco in Italia

Quella svastica contro i partigiani

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Una svastica sul cartello del Sacrario dei Martiri della Benedicta, sulle colline dell’Alessandrino. Sì, proprio nel luogo dove la barbarie nazifascista, tra il 6 e il 7 aprile 1944, trucidò  75 partigiani delle formazioni garibaldine. Altri 72 erano caduti negli scontri con la Guardia Nazionale Repubblicana e i reparti tedeschi. In quel luogo, nel comune di Bosio, quei ragazzi e quegli uomini diedero la loro vita per la libertà e la democrazia, perché l’Italia avesse una Costituzione antifascista. In quel luogo, ieri, gli ‘eredi’ degli assassini di 80 anni fa sono tornati in azione. Non è stata una ‘ragazzata’, la scelta del posto in cui lasciare quel segno di morte è voluta ed è anche una minaccia per chi continua, quotidianamente, a non abbassare la guardia in un paese, in un continente, in un mondo  in cui i rigurgiti di quelle ideologie hanno palcoscenici che li amplificano. Quella svastica è, anche, un messaggio chiaro a tutte le donne e a tutti gli uomini, che minimizzando hanno alimentato l’indifferenza. Che, come ripete spesso Liliana Segre, “è già violenza”. Perché l’indifferente è complice e noi non saremo mai complici del male.
Hanno ragione gli Yo Yo Mundi, “non resteremo a guardare questo scempio delle coscienze senza reagire”. Oggi, sempre.

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