Giornalismo sotto attacco in Italia

Nuova archiviazione in favore della giornalista Federica Angeli, la Fnsi: «Il Parlamento intervenga sul problema delle querele temerarie»

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Archiviata anche l’ennesima querela presentata contro la collega Federica Angeli, cronista di Repubblica che vive sotto scorta. «Ancora un caso che deve spingere il Parlamento ad affrontare e risolvere il problema delle querele temerarie», commentano i vertici della Fnsi.

Per la novantaquattresima volta i giudici hanno disposto l’archiviazione dell’ennesima querela presentata contro la collega Federica Angeli, cronista di Repubblica che vive sotto scorta perché minacciata dalla malavita e da sempre in prima linea nella denuncia del malaffare.

«Oltre alla soddisfazione per la decisione della magistratura – commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi –, che certifica la correttezza dell’operato della collega, il caso riporta alla ribalta la drammaticità del problema delle querele temerarie, ossia dell’abuso del ricorso alla giustizia al solo scopo di intimidire il cronista».

Secondo i vertici del sindacato dei giornalisti, infatti, «la lunga sequela di archiviazioni collezionata dalla collega Federica Angeli e da tanti altri giornalisti che si sforzano ogni giorno di assicurare ai cittadini un’informazione corretta deve spingere il Parlamento ad affrontare e risolvere il problema. Non è in discussione il diritto sacrosanto di far valere le proprie ragioni in giudizio ogni qualvolta si ritengano lesi onore e reputazione. Bisogna però evitare che il ricorso alla magistratura diventi uno strumento di intimidazione dei cronisti e, quindi, per indebolire il diritto di cronaca».

Una situazione, purtroppo, sempre più diffusa. «Per questa ragione – concludono Lorusso e Giulietti – è opportuno che, conformemente a quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, nel nostro ordinamento sia prevista una sanzione pecuniaria a carico di chi promuove azioni temerarie contro i giornalisti che vada oltre il pagamento delle spese legali, contemplando anche il versamento di una somma proporzionale all’entità del risarcimento richiesto. È pertanto auspicabile che il Parlamento riprenda l’esame della proposta di legge ferma al Senato».


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