Presentato a Venezia il Corso di alta formazione “Raccontare la verità … contro le fake news”

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È stato presentato mercoledì 31 marzo, nella sede del Sindacato giornalisti del Veneto a Venezia, il Corso di alta formazione dell’Università degli Studi di Padova: “Raccontare la verità, come informare promuovendo una società inclusiva e contrastare le fake news”, che inizierà il 10 aprile prossimo, organizzato con Articolo 21 e con la collaborazione dell’Ordine dei giornalisti del Veneto e del Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige. Alla presenza di Giuseppe Giulietti, presidente della Federazione nazionale della stampa, Laura Nota delegata del Rettore dell’Università di Padova all’inclusione e alla disabilità, direttrice del corso, Monica Andolfatto segretaria del Sindacato giornalisti Veneto, Gianluca Amadori, presidente dell’Odg Veneto, Maurizio Paglialunga responsabile della formazione del Consiglio nazionale dell’Ordine. In collegamento audio video Roberto Reale, giornalista, componente del comitato organizzatore del corso, Enrico Ferri, giornalista e docente del corso, Roberto Natale, in rappresentanza di Articolo 21, Lorenzo Basso, vicesegretario del Sindacato giornalisti Trentino Alto Adige, e Paola Rosà dell’Osservatorio Balcani Cuacaso Transeuropa. A prendere per primo la parola in conferenza stampa è stato Giuseppe Giulietti che ha spiegato come sia «un’esperienza straordinaria perché ha messo insieme l’Università di Padova e la Federazione nazionale della stampa: il mondo della ricerca e quello dell’informazione. Crollano, quindi, le barriere corporative per studiare le fabbriche della falsificazione che minano alla base il vivere civile e democratico.

Psicologi, storici, ingegneri, matematici, economisti, giuristi e giornalisti insieme con un compito che non è quello di difendere semplicemente la libertà di stampa ma è quello di difendere il diritto di ogni cittadina e di ogni cittadino ad essere correttamente informati. E il Veneto metterà a disposizione di tutti questa esperienza. Quello che prende forma oggi è destinato a diventare un punto di riferimento nazionale». Un corso che rappresenta una novità assoluta per l’Italia grazie alla sinergia tra enti istituzionali deputati alla formazione universitaria, sindacati dei giornalisti, e l’associazione Articolo 21 che da sempre difende un’informazione corretta. Dieci lezioni gestite da in modalità web tra il mese di aprile e ottobre, per una durata complessiva di 60 ore che potranno offrire ai corsisti un approccio multidisciplinare e proattivo.

«È un laboratorio di idee – ha spiegato la direttrice Laura Nota – per dare una lettura critica al fenomeno delle fake news come strumento per manipolare la realtà e di amplificazione delle disuguaglianze. Per contrastarlo serve una didattica costruita, partecipata e riflessiva. I professionisti hanno bisogno di riflettere su quello che sta accadendo e sviluppare un pensiero critico in grado di interpretare e tradurre la complessità della società. Il corso multidisciplinare affronta un lavoro complesso basato su problematiche altrettanto complesse orientate in diverse discipline. Una comunità pensante dettata da un attivismo che include anche la vita stessa dei cittadini. Un esperimento dove è necessario che la ricerca nutri il pensiero e il pensiero faccia lo stesso con la ricerca. Un’esperimento in contesti inclusivi. Lo scopo è quello di germinare e installare dei pensieri. Una sorta di vaccino che possieda degli anticorpi contro le fake news e le diseguaglianze». Monica Andolfatto ha poi introdotto il programma della prima lezione inaugurale del 10 aprile: « Dopo i saluti del Rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto si passerà a spiegare come è articolata con le tre sessioni previste: la prima affidata al segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, e al filosofo, Vincenzo Milanesi, la seconda all’ex ministro Fabrizio Barca, statistico ed economista, coordinatore del Forum Disuguaglianze e diversità, la terza alla giornalista e scrittrice Lucia Annunziata, ex presidente della Rai. Desidero anche ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per la realizzazione di questo corso e in particolare i 47 iscritti: sono loro, in primis, che hanno permesso di concretizzare questo progetto, che spero sia solo il primo passo di un lungo percorso».

«Il numero di iscritti al corso dimostra che non è vero che i professionisti, giornalisti e comunicatori, non hanno voglia di impegnarsi, ma è vero il contrario. La scelta fatta conferma un impegno finanziario e un impegno di tempo tutt’altro che scontata. Mi auguro che ognuno dei docenti metta in campo non tanto le sue certezze, bensì la sua esperienza – è il discorso introduttivo di Roberto Reale e il contrario della verità è il falso deliberato. Il mio desiderio interiore è quello che i corsisti portino le loro esperienze personali per contribuire alla formazione».

La conferenza stampa nella sede del Sindacato giornalisti del Veneto

Enrico Ferri: «Questo itinerario didattico permette di prendersi una pausa di approfondimento rispetto ai tempi serrati, frenetici, del lavoro nelle redazioni. Tempi di lavoro sempre più compressi che inevitabilmente portano all’omologazione della notizia, a quotidiani che appaiono sempre più come dei paginifici. Dietro il linguaggio d’odio bisogna capire cosa si nasconde e capire perché esistono forme di xenofobia, ad esempio e come si divulgano nella rete».

Gianluca Amadori ha voluto sottolineare «l’opportunità che il corso rappresenta in un momento così difficile della professione», un concetto ribadito anche da Maurizio Paglialunga: «Serve un giornalismo di qualità, oggi più che mai, e per questo sono indispensabili percorsi formativi di alto e altissimo livello».

Roberto Natale ha ricordato come l’importanza di investire nel dialogo fra esperienze diverse come fa il Corso di alta formazione: «Vanno comprese le spinte sociali e implementate le competenze affinché si giunga ad una rilegittimazione dell’attività giornalistica. La disintermediazione ha subito dei colpi e questo è un fattore positivo. Lorenzo Basso ha evidenziato che il compito del giornalista è certo quello di riportare i fatti dopo una verifica attenta e accurata ma anche di costruire una comunità inclusiva: «Va fatta una riflessione fondamentale e capire quali sono i meccanismi di alterazione e di falsificazione. La Fondazione Bruno Kessler di Trento ha prodotto una ricerca basata sull’analisi dei contenuti che circolano in rete, responsabili di attivare un forte coinvolgimento emotivo e uno scarso coinvolgimento cognitivo. La ricerca delle fonti è sostanziale nel giornalismo». Paola Rosà ha voluto sottolineare l’importanza dei media e sensibilizzare l’opinione pubblica nel dare un aiuto concreto nei confronti dei giornalisti sul fronte delle minacce.


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