” Ti togliamo la vita”: intimidazioni al collega Massimiliano Coccia

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Nella giornata di ieri 24 ottobre il giornalista Massimiliano Coccia, conosciuto per le sue inchieste sull’Espresso, aveva già anticipato che ci sarebbe stata la manifestazione organizzata dall’ultradestra romana: “Questa sera alle 23:00 in piazza del Popolo l’ultradestra romana si è data appuntamento. Al momento sono tutti riuniti nella sede gli Irriducibili Lazio in via Amulio. Ve lo dico alle 19:00 così alle 23:30 quando succederà qualcosa sapete da dove viene la feccia.” Nemmeno 12 ore e puntuali sono arrivate offese e minacce di morte che riportiamo in uno screen shoot di massenger fatto da Coccia.

“Questo soggetto – scrive Coccia nel suo post su Facebook – che mi ha scritto stamane all’alba è l’ultimo in ordine cronologico di personaggi simili che da quando ho iniziato a raccontare la storia di Fabrizio Piscitelli e degli Irriducibili, delle loro connivenze con la criminalità organizzata mi dedicano tempo e messaggi. Da ieri aver denunciato e reso esplicite le connivenze tra la manifestazione di Forza Nuova in piazza del Popolo e gli ambienti del tifo organizzato il tono di messaggi e commenti giunti è quello che vedete nella foto. Anche per questo mi auguro che Inail e Comune di Roma tolgano a questa gente la sede che è occupata abusivamente da anni, sede ricordiamo, ceduta a Fabrizio Piscitelli da Giuliano Castellino leader di Forza Nuova.

Alla Lazio e ai suoi tifosi di liberarsi di questa gente che fa i suoi interessi mettendo in mezzo una squadra e lo sport più bello del mondo. A Cristiano Maceratesi e a tutti gli altri appartenenti a Forza Nuova, agli “Ultras Lazio” che mi hanno scritto, offeso e minacciato, gli auguro di trovarsi un buon avvocato.” Coccia da tempo si sta occupando della morte di Fabrizio Piscitelli, meglio noto come Diabolik ex capo ultras della Lazio assassinato il 7 agosto nella periferia sud della Capitale.

Piscitelli pare fosse al vertice di un’organizzazione criminale sgominata a Roma dalla Guardia di Finanza che ha successivamente portato il Gip a emettere 51 misure cautelari – 50 in carcere e un arresto domiciliare – tra il Lazio, la Calabria e la Sicilia. L’organizzazione chiamata la “Banda del Grande raccordo criminale”, controllava gran parte del narcotraffico della Capitale arrivando in diverse piazze di spaccio e contava anche sull’aiuto di un gruppo composto anche da ex pugili, e cittadini albanesi che si occupavano di recuperare i soldi da chi non voleva pagare attraverso estorsioni, pestaggi e diversi episodi di violenza.

Uno degli ultimi pezzi di Massimiliano Coccia sull’Espresso ripercorre l’anno dalla morte di Piscitelli con tanto di commemorazione da parte dei suoi ‘seguaci’ attraverso ‘Striscioni, messa e saluto romano”.

https://m.espresso.repubblica.it/attualita/2020/08/07/news/striscioni-messa-e-saluto-romano-i-neofascisti-ricordano-diabolik-a-un-anno-dalla-uccisione-1.351987


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