Ratzinger, il papato come servizio

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Un gesto di grande civiltà, di grande lucidità, di grande maturità umana e di grande generosità nei confronti della Chiesa. Queste le prime impressioni che ho provato alla notizia delle dimissioni di Benedetto XVI, una decisione rivoluzionaria che rende normale quello che il trascorrere dagli anni, il prolungarsi della vita, la rapida evoluzione del mondo che ci circonda rende oggi, allo stesso tempo irrituale e normale. Una scelta rivoluzionaria perché interrompe una lunga tradizione di un’elezione papale che solo la morte sembrava poter interrompere. Papa Ratzinger compiendo un atto così coraggioso mette l’accento sul papato come servizio, che oltre la lucidità, la profondità intellettuale e spirituale richiede la pienezza delle energie fisiche. Conferma anche la profondità della sua fede nel Figlio di Dio che si è fatto uomo e ha provato il dolore, la sofferenza, il peso, il limite della carne.
Lo ha fatto con la consapevolezza che ha sempre accompagnato la sua vita. Chissa? Forse nel prendere questa decisione ha riflettuto su un testo di un teologo che ha molto amato, Romano Guardini che ha scritto un libro significativo: “Le età della vita”.
L’ uomo che non sa accettare quel mutamento che non deriva da incoerenza od opportunismo, ma dai cambiamenti che avvengono all’ interno del corpo, del tempo che lo trasforma nelle energie e nella congruenza con il mutare dei tempi, con la complessità della situazione sociale, rischia di essere patetico, di rischiare la commiserazione, di operare, se in posizione di potere, danni irreparabili.
Papa Ratzinger ha saputo evitare tutto questo. Con serena decisione e, allo stesso tempo, con ferma determinazione, ha compiuto un gesto che ha anche una valenza pedagogica. In questo mondo così pieno di uomini che invecchiano sulle sedie del loro potere, disposti a tutto pur dir non mollare un centimetro di ciò che considerano il loro potere. Pronti a far carte false per ignorare il passare del tempo. Che alla soglia della vecchiaia si inventano leader politici al di là del bene e del male. Senza parlare degli esibizionisti televisivi, e non solo, che tentano di mostrare performances cui nessuno che non sia imbecille più crede. O altri che impediscono l’ evoluzione sociale, impegnati in calcoli, sgambetti, azzoppamenti sociali e politici delle nuove generazioni. Anche in questo papa Ratzinger, è stato un maestro di vita, ha dato un insegnamento: tutto ha un’ inizio, ma ha anche una conclusione.
Naturalmente in questo momento in cui dovrebbero prevalere le considerazioni umane (una scelta così non si prende a cuor leggero, da un momento per l’ altro, senza provare emozioni) molti osservatori sono impegnati a stendere la lista dei possibili successori. Ormai, in questo convulso mescolamento di linguaggi, dove l’ argomento di cui si parla perde significato quasi fosse lo stesso parlare del successore di Pietro (cioè di due millenni di storia), o del calciomercato, si perde la dimensione delle cose.
In questo momento si pone invece per la Chiesa un problema che un teologo non ortodosso, Hans Kung, aveva posto proprio all’ indomani di un lungo, cordiale incontro con Papa Ratzinger: oggi i problemi che la Chiesa deve affrontare sono così complessi non possono essere affrontati, gestiti, risolti, da un uomo solo. E’ chiaro che questo pone una problematica complessa, difficile, impervia, ma non per questo meno vera.
Non possiamo che fare gli auguri ai cardinali che entreranno in Conclave. Romano Guardini alla fine della seconda guerra mondiale scrive “La fine dell’ Epoca moderna” perché capisce che quello che è avvenuto, le nuove scoperte scientifiche chiudono un’ epoca. Subito dopo scrive un libro che centra, già allora, negli anni 1950, quello che è il problema dell’ epoca che succede all’ evo moderno, il problema centrale della nostra epoca è, il Potere (e questo è il titolo del suo libro). Il potere nelle sue potenzialità positive, ma anche nella sua potenzialità demoniache (basti pensare al potere di molta parte della finanza contemporanea,a lla forza corruttiva del potere, del denaro). Il diavolo non ha esitato a tentare il Signore (“tutto questo sarà tuo”). Benedetto XVI ha dato la stessa risposta che ha dato il Figlio del Dio in cui con tanta forza crede. “Tutto questo sarà tuo” è un’ illusione fallace. Un miserabile imbroglio.


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