Rai: anche io avanzo la mia autocandidatura

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Ho scoperto su twitter la iniziativa di “Articolo21” per il rinnovo degli organismi Rai e Agcom in nome della trasparenza; iniziativa quanto mai giusta e apprezzabile. Ho fatto un tw a Giulietti per suggerire che si considerassero solo le autocandidature. Mi sembra, infatti, che non ci sia nulla di più trasparente dell’autocandidatura. La quale presenta anche altri vantaggi: sfugge ad ogni tatticismo promozionale e propagandistico, a “favori incrociati”; fa guadagnare tempo perché chi si autocandida è evidentemente pronto ad assumere l’incarico, qualora gli fosse attribuito. Non la stessa cosa si può affermare con certezza per chi è candidato da terzi.

Beppe – non so se a seguito della mia osservazione – ha aggiunto nei suoi tw la parola “autocandidatura”. Però sul sito di Articolo21 il suo scritto contiene solo candidature e non “autocandidature”. Lo stesso vale per i messaggi che lo accompagnano; uno solo – se non sbaglio – dice “a questo punto mi candido anche io”. I nomi segnalati da Giulietti sono tutti degnissimi. Se una osservazione posso fare è che si tratta di nomi tanto degni e tanto noti da tornare alla ribalta ogni volta che vengono a scadenza organismi che riguardino l’informazione e dintorni. E’ così da una ventina d’anni se non di più. Il meccanismo dell’autocandidatura con curriculum è adottato in molti Paesi. Recentemente abbiamo letto che la BBC ha aperto un concorso pubblico per scegliere il suo prossimo “capo”.

A un concorso pubblico, com’è noto, ci si deve presentare con dei titoli ed (eventualmente) sostenendo un esame: è l’equivalente di un’autocandidatura. Non si partecipa a concorsi se presentati da altri. Può invece capitare che la domanda di partecipazione non venga accolta perché il candidato non presenta alcuni requisiti indicati nel bando di concorso. Trasparenza, appunto. Ho visto, con soddisfazione, che un ragionamento analogo al mio devono aver fatto Carlo Freccero e Michele Santoro i quali hanno avanzato le loro proprie candidature per il vertice Rai. Non si tratta dunque di una idea balzana; si può sostenerla e – forse – c’è qualche possibilità che si realizzi.

Con questo intento, avanzo anche la mia autocandidatura. Ecco in forma assolutamente sintetica il mio curriculum: “71 anni, giornalista professionista in pensione. Dal 1996 al 2001 Presidente della VIII Commissione del Senato, competente per l’intero settore delle telecomunicazioni, tv compresa (l’insieme delle materie su cui l’Agcom esercita il suo intervento); dal 2001 al 2005 Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi; dal 2005 al 2009 Presidente del Consiglio di amministrazione della Rai. Non svolge attualmente nessuna attività, non ha nessun incarico, non è dunque portatore di alcun conflitto d’interesse”.

Come risulta dal curriculum il proponente ritiene di avere titoli per concorrere alle nomine tanto per la Rai quanto per l’Agcom. La presente autocandidatura è avanzata anche al fine di ricordare che le funzioni Rai e Agcom per le quali si deve procedere a nomine richiedono specifiche competenze amministrative di cui non necessariamente dispongono personalità pur famosissime per altri meriti e capacità.


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