Tutela delle fonti e del diritto di cronaca, Consiglio nazionale Fnsi in piazza il 14 dicembre

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Giornalisti in piazza per la tutela della segretezza delle fonti e del diritto di cronaca. La mobilitazione dopo l’ultimo eclatante caso che ha avuto come protagonisti i colleghi di Report, con l’acquisizione da parte della procura di Roma dei tabulati telefonici di due giornalisti della trasmissione di Rai3 al fine di risalire all’identità della professoressa che ha dato alla redazione la notizia dell’incontro fra Matteo Renzi e l’allora funzionario dei servizi segreti Marco Mancini, in un autogrill alle porte di Roma.

Per esprimere solidarietà ai colleghi e ribadire la centralità del segreto professionale, fulcro del diritto di cronaca; per tornare a chiedere interventi normativi che in concreto tutelino le fonti che con il loro contributo consentono ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro al servizio del diritto dei cittadini ad essere informati; per denunciare l’inerzia di parlamento e governo su temi di uguale importanza, come il contrasto alle azioni legati bavaglio, il Consiglio nazionale della Fnsi ha deciso di aprire i lavori della riunione di mercoledì 14 dicembre 2022 con un presidio nei pressi della redazione di Report.

L’appuntamento è per le 9.30 a Roma, nei pressi del Centro di produzione Rai di via Teulada. L’assemblea si sposterà poi all’hotel NH Villa Carpegna per proseguire i lavori.

“Il clima che si respira nel nostro Paese – commenta Paolo Borrometi, presidente di Articolo21 – necessita di un continuo e costante presidio della Costituzione e del suo fondamentale Articolo 21. Per queste ragioni aderisco convintamente alla manifestazione di giorno 14 ed invito tutti ad esserci. Oggi, come non mai, non si possono accettare omissioni ed indifferenze”.

Tra i primi ad aderire Vincenzo Vita, comitato garanti Articolo 21, anche a nome dell’AAMOD e dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra.
“Aderisco convintamente alla manifestazione promossa dalla Federazione nazionale della stampa per il prossimo 14 dicembre, a difesa della segretezza delle fonti e del diritto di cronaca. Stiamo vivendo un passaggio difficilissimo della vita pubblica e sempre meno l’informazione è tutelata come indispensabile luogo autonomo e indipendente: laicamente sacrale. Censure e bavagli si susseguono e – da ultimo- l’inquietante attacco a Report nonché le querele contro il quotidiano Domani e Roberto Saviano ci fanno capire che nessuna conquista è data per sempre e il diritto di cronaca sta stretto a chi pensa ad imitare Orban più che a realizzare il sogno europeo. E pende sempre sulle nostre coscienze il nuovo caso Dreyfus, ovvero la condanna che incombe su Julian Assange, cui si deve lo squarcio del sipario che copriva i misfatti delle guerre in Iraq e in Afghnanistan. A questo punto è doveroso ribellarsi: pacificamente sì, ma con tenace determinazione e con rabbia civile”.

“L’Italia – scrive Alekos Prete sul sito di Articolo21 ha perso 17 posizioni nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, arrivando al 58esimo posto. Lo rileva l’annuale classifica stilata dalla Ong Reporters sans frontières, in occasione della giornata mondiale per la libertà di stampa. Saviano, Domani, Report sono solo gli ultimi casi di una crescente conflittualità tra politica e libertà di espressione. Al caso inquietante dell’acquisizione dei tabulati telefonici di due giornalisti della trasmissione di Rai3, al fine di risalire all’identità della professoressa che ha dato alla redazione la notizia dell’incontro fra Matteo Renzi e l’allora funzionario dei servizi segreti Marco Mancini, si aggiungono le innumerevoli “querele temerarie” o “SLAPP” e i continui tentativi di intimidire singoli giornalisti e singole redazioni e ridurre l’esercizio del diritto di cronaca, anche attraverso la recente norma sulla presunzione di innocenza. Per queste ragioni è importante che giornalisti, attivisti e società civile partecipino alla mobilitazione del 14 dicembre a Roma, nei pressi del Centro di produzione Rai di via Teulada. Perché libertà di stampa e d’espressione sono un presidio irrinunciabile di democrazia”.

 


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