Cortile di Francesco, al via il 30 marzo con Daverio nella basilica di San Francesco

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Il Cortile di Francesco quest’anno si terrà dal 14 al 17 settembre, con delle tappe preparatorie. Ad aprirlo sarà Philippe Daverio il 30 marzo alle 21 nella Basilica Inferiore. La nazione ospite, con i suoi più illustri protagonisti, sarà la Francia. Il tema, declinato in diverse sfaccettature è il “cammino”. Tantissimi i protagonisti, tra gli altri Antoine Audo, Stefano Boeri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Luciano Canfora, Lucio Caracciolo, Andrea Iacomini, Vito Mancuso, Romano Prodi e Antonio Tajani.
Pensare il cammino significa riandare ad una delle più interessanti figure bibliche: Abramo.

Il Cortile di Francesco è per eccellenza un luogo di incontro, attraverso la scoperta dell’altro, non solo tra credenti e non, ma anche di culture diverse. Vorrei, allora, aprire una finestra sul mondo arabo e coglierne un aspetto, una sfaccettatura, un raggio di sole che possa illuminare il nostro cammino: un antico proverbio dice ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare tre porte. Sull’architrave della prima è scritto: È vera? Sulla seconda campeggia la domanda: È necessaria? Sulla terza è scolpita l’ultima richiesta: È gentile? Questo spunto di riflessione lo trovo estremamente francescano perché ci conduce indirettamente alle parole del Santo di Assisi animate da semplicità e benevolenza verso l’altro, tanto da chiamare tutti “fratello”. Quello che ci proponiamo nel Cortile di Francesco è di abbracciare e aprire nuovi orizzonti, attraverso la scoperta con l’altro. Questo è possibile se come Abramo siamo pronti ad uscire da noi stessi. Ad esplorare nuove terre. Ad ascoltare tra le voci “la Voce” ed essere così depositari di una delle più grandi promesse fatta ad Abramo e raccontata nella Genesi: Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle. Tale sarà la tua discendenza.

Ma anche riandare ad una delle figure della mitologia greca: Ulisse. Per compiere un percorso di ricerca della personalità e degli argomenti che abbiano attinenza anche con le nostagie, di ogni cammino.

Anche Dante ci viene incontro: Nel mezzo del cammin di nostra vita/mi trovai per una selva oscura/ché la ditta via era smarrita, e quindi il suo Ulisse: […] né dolcezza di figlio, né la pietà/del vecchio padre, né ‘l debito amore/lo qual dovea Penelopè far lieta,/vincer potero dentro a me l’ardore/ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto/e de li vizi umani e del valore;/ma misi me per l’alto mare aperto/sol con un legno e con quella compagna/picciola da la qual non fui diserto […]. Enea fermandosi a Gaeta, così la nominò, ed il nome fu la cosa conosciuta, sottratta all’oscurità dell’ignoto. Sul conosciuto, approdo definitivo di certezza, furono poi fondate le abitazioni ed i templi di Roma. Ma lui, Ulisse, sta ancora vagando, si è smarrito? Cosa sta ancora cercando? Necessario l’erramento, a chi è ancora in cammino.

Queste sono alcune delle suggestioni che animeranno, nella piazza per eccellenza del dialogo e dell’incontro, momenti di riflessione per fecondare la nostra umanità.
Per ogni domanda, approfondimento, è stato messo a disposizione il sito www.ilcortiledifrancesco.it.


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