EMMA DANTE: tutto il mio appoggio a questa iniziativa

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Emma Dante in questi giorni è a Bologna dove sta concludendo le prove per un dittico formato da “La voce umana” e da “Cavalleria rusticana”, una delle tante sperimentazioni che questa regista ama compiere con il suo lavoro. Eppure interviene di istinto, immediatamente, appena sa che il 23 marzo prossimo, dalla Camera dei deputati, a nome del nostro gruppo Se non ora quando – Libere, dovrebbe partire un appello alle Nazioni Unite per dire no in qualunque paese alla maternità surrogata.

Tutto il mio appoggio a questa iniziativa perché io sono contraria all’utero in affitto, profondamente contraria. Non la capisco questa pratica, me ne sfugge il senso, non riesco a trovarla necessaria. Ci sono tanti bambini nel mondo che hanno bisogno di un padre e di una madre e noi che facciamo? Ricorriamo all’utero in affitto. Ma perché?

Lei che propone invece per le coppie che non possono avere figli ma ne vorrebbero uno?

L’adozione. Io non potevo aver figli allora ho adottato un bambino e trovo questa esperienza straordinaria: mi ha arricchita rendendomi madre a tutti gli effetti. Però le leggi sull’adozione vanno semplificate: non si può costringere una coppia a percorrere itinerari burocratici tanto complessi. L’adozione ha bisogno di nuove regole. Ecco noi in Italia dovremmo batterci per semplificarla .

Cosa la disturba nella “surrogata”?

La trovo innaturale. Non è per moralismo, non è perché abbia vecchi pregiudizi in testa, ma a me sembra che obbligare una donna, in cambio di denaro o altro, a tenere nel suo utero un bambino che poi deve cedere ad altri sia una forma di mercificazione del corpo femminile inaccettabile. Cos’è? Queste coppie vogliono a ogni costo un figlio con un pezzo di patrimonio genetico proprio perché altrimenti non lo sentono come un vero figlio? Lo vogliono per forza biondo e con gli occhi azzurri o almeno che assomigli a loro due? Non lo capisco. Non lo capisco proprio. Eppure io sono favorevole a tutte le ricerche e le pratiche che aiutino a risolvere il problema della infertilità.

A che si riferisce?

Oggi si pratica sempre più spesso la fecondazione assistita: nuovi studi medici potrebbero allargarla, approfondirla, semplificarla e permettere a un numero crescente di donne di avere un bambino. Mi piacerebbe si arrivasse perfino all’utero artificiale e, in quel caso, sarei assolutamente favorevole. L’utero artificiale sarebbe una macchina che fa un lavoro per conto di una donna che quel compito non può portarlo a buon fine: non ci sarebbe, con l’utero artificiale, la relazione tra due vite umane che si stabilisce durante i nove mesi della gravidanza. L’utero in affitto, invece, è lo sfruttamento di una donna, spesso povera, da parte di una coppia, spesso ricca, per mettere al mondo un bambino e questo non mi piace. Lo giudico immorale.

Da cheliberta


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