Trump licenzia la ministra della Giustizia

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Trump ha avuto un vero attacco di ira quando ha potuto verificare che Sally Yates, ultima superstite in carica dell’era di Obama come ministra della Giustizia, ha ordinato al suo Dipartimento di non difenderlo in Tribunale. La casa Bianca,appena ha preso visione dell’ordine, ha licenziato la Yates per aver “tradito” il Dipartimento di Giustizia e la ha immediatamente sostituita con Dana Boente, procuratore del Distretto orientale della Virginia, che resterà in carica fino  che Jeff Sessions, nominato nei giorni scorsi, ministro della Giustizia  non sarà confermato nella carica dal Senato americano.

Il presidente Obama, a sua volta, è intervenuto per dire che è da criticare una discriminazione sulla base religiosa come quella fatta da Trump e per lodare la reazione della Yates al decreto del presidente in carica. La Yates, a sua volta di fronte alla decisione di Trump, ha detto: “sono responsabile dell’assicurare  che le posizioni assunte in tribunale siano coerenti con l’obbligo solenne dell’istituzione di cercare la giustizia. Al momento non sono convinta che la difesa del decreto sia in linea con questa responsabilità e non sono affatto convinta che il decreto sia legale. ”

La reazione di Trump è molto dura. E interviene con il licenziamento immediato della Yates e con una ennesima difesa del suo decreto:” E’ il momento di essere seri nel proteggere il paese. Chiedere controlli accurati per gli individui che arrivano  da sette paesi pericolosi non è una misura estrema. E’ ragionevole e necessario per tutelare il paese” aggiunge l’Amministrazione.

Secondo indiscrezioni diffuse in queste ore, i rifugiati non nella lista dei sette mesi al bando possono ancora entrare negli Stati Uniti fino a giovedì 2 febbraio. Il decreto infatti è stato firmato dopo che erano stati già approvati e considerati in transito. Il decreto ha creato confusione negli aeroporti dove più di cento persone sono state trattenuto e il fatto ha provocato proteste tra migliaia di manifestanti.

E questo dal 20 gennaio scorso, giorno di ingresso di Trump alla Casa Bianca sembra esser diventato quasi una routine.


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