Rifugiati, migranti e la «rivoluzione copernicana»

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Cingoli: «Il nostro convegno sul ruolo delle diaspore med-africane propone di partire dalle comunità di origine per combattere i processi di radicalizzazione»

Di Gian Mario Gillio, per Riforma.it

Di fronte ai noti episodi di terrorismo avvenuti nelle ultime settimane e alle sempre più frequenti ondate migratorie, il Centro italiano per la pace in Medio Oriente (Cipmo) promuove – in collaborazione con il Centro piemontese studi africani (Csa), un convegno – il prossimo 2 febbraio presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati dalle 15 – dal titolo: «Migrazione, accoglienza, sviluppo, inclusione, co-sviluppo – il ruolo delle diaspore Med-Africane».

«Per contrastare le derive terroristiche e i processi di radicalizzazione – dice a Riforma.it Janiki Cingoli, direttore del Cipmo – non bastano le pur necessarie misure di sorveglianza e di sicurezza. Bisogna togliere, come si diceva in Italia ai tempi degli “anni di piombo”, l’acqua in cui nuotano i pesci del terrorismo. Le Comunità italiane di origine straniera, soprattutto quelle che provengono dal Medio Oriente e dall’Africa, possono svolgere in questo un ruolo essenziale, così come per l’inclusione dei rifugiati e degli immigrati economici, in stretta collaborazione con le autorità nazionali e locali e le organizzazioni del volontariato. Il nostro progetto, avviato l’anno scorso, intende creare una “rete” di tutti i soggetti interessati a sviluppare quest’attività sul territorio nazionale per facilitare e supportare i processi d’inclusione e di formazione dei nuovi arrivati. Essi potranno così trasformarsi anche in “ambasciatori” sociali, culturali, e anche economici, svolgendo una funzione di ponte e divenendo punti di riferimento verso i paesi di provenienza. Una “rivoluzione copernicana”, forse no, ma certamente è un bell’obiettivo».

Gli immigrati stanziali, ossia i cittadini di seconda e terza generazione, prosegue Cingoli, «sono una parte integrante della nostra società e dunque pienamente inseriti nel processo produttivo e nel settore dei servizi costituendone un elemento essenziale e vitale».

Si stima, infatti, che il loro numero in Italia sia di circa sei milioni, e tra di loro un milione, sia costituito da italiani a pieno titolo e con diritto di cittadinanza.

«Le comunità di cittadini rifugiati giunti dal Sud del Mediterraneo e dall’Africa, rappresentano dunque un elemento chiave nel favorire percorsi d’inclusione e di co-sviluppo, se messi in relazione diretta con le istituzioni e la società civile circostante attraverso il volontariato, l’interazione economica, educativa, il dialogo interreligioso e lo scambio culturale».

Il progetto attivato l’anno passato è stato sviluppato in due “aree pilota”, la Lombardia e il Piemonte.

«Tra le priorità – specifica Ilda Curti, coordinatrice del progetto – vi è stata innanzitutto l’esigenza di conoscere e registrare gli interventi e le attività messe in campo dalle associazioni diasporiche presenti nei territori analizzati, promuoverle con specifiche attività di “capacity building” e facilitare l’inserimento dei rifugiati “altamente qualificati” nelle università e negli istituti scolastici superiori».

L’Europa oggi – sostiene il Cimpo – ha proposto spesso reazioni difensive, facendo perno sull’equazione migrazione/sicurezza, in un’ottica emergenziale.

«È ora di sviluppare invece, un approccio, uno sguardo, sul tema, in modo positivo, improntato sul medio e lungo periodo. I terribili attentati che stanno sconvolgendo l’Europa – conclude Curti – dimostrano quanto sia cruciale comprendere, bene, che queste comunità non possono essere luoghi intrisi di chiusure, e dove spesso trovano nutrimento le frustrazioni e le radicalizzazioni, bensì, delle comunità aperte, condivise, dei veri mosaici culturali e sociali predisposti a costruire rapporti e relazioni e interazioni con il territorio in cui vivono e operano».

Il Convegno del due febbraio, alle 15 sarà aperto da Mario Giro, vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e concluso da Pietro Sebastiani, direttore Generale per la Cooperazione allo sviluppo.

Due i panel successivi: Khalid Chaouki – membro della Commissione Esteri della Camera dei Deputati inquadrerà gli aspetti generali del tema e coordinerà il primo, mentre Lia Quartapelle, anch’essa della Commissione Esteri della Camera, coordinerà il secondo, dando voce a esponenti di alcune delle principali comunità Med-Africane e organizzazioni presenti in Italia.

Gli interventi previsti: Armando Barucco, Silvia Costa, Suzanne Mbiye Diku,  Modou Gueye,  Pietro Marcenaro,  Ugo Melchionda,  Petra Mezzetti,  Mario Morcone,  Abdellah Redouane,  Cristina Toscano.

Ai partecipanti sarà distribuita una copia del «Dossier Statistico Immigrazione 2016», realizzato da Idos in partenariato con il mensile Confronti e sostenuto attraverso i fondi dell’Otto per Mille della chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi e la collaborazione dell’Unar/Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri; e copia del rapporto “Le Migrazioni qualificate in Italia”, realizzato dall’Istituto di Studi Politici S. Pio V e pubblicato da Idos.

“Migrazione, accoglienza, inclusione, co-sviluppo. Il ruolo delle diaspore med-africane”

2 febbraio 2017, ore 15.00 -19.00, Camera dei deputati Sala del Refettorio – Palazzo San Macuto, via del Seminario 76, Roma

Per programma completo e invito clicca qui.


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