La tortura “mascherata” da schiavitù

0 0

Il termine “tortura”, è ahinoi perennemente presente nel nostro mondo, e l’articolo apparso sull’organo d’informazione afik.com, a firma di Raphael Adjobi, ha dell’inverosimile, ma purtroppo non lo è. Nel suo intervento,  spiega che durante la storia, il “prelevamento”, del popolo di colore non può essere definito semplicemente schiavitù, ma bensì tortura gratuita. È facilmente riscontrabile vedere che il trattamento inflitto alle vittime non sono state fatte  loro per un rendimento lavorativo migliore. Adjobi, ha dunque fatto una ricerca dalla quale ci appare uno scenario che sarebbe bene conoscere, come per esempio, costringere due persone a fare l’amore e monitorarne la gestazione di questo coito per poi appropriarsi del bambino per una futura vendita come  se fosse una qualsiasi proprietà. Oppure, legare un uomo e gettarlo vivo tra le fiamme facendosi  fotografare sorridente accanto ai propri figli, mentre la povera vittima grida fino alla morte.  Secondo la sua ricerca, lo spostamento di milioni di neri nel Nuovo Mondo, al fine di sottoporli a schiavitù a scopo di lucro, ha fatto sì che la  loro presenza su questo vasto territorio,  divenne ben presto allergica all’uomo bianco. Questo ha fatto crescere in loro il rancore e la voglia di come sbarazzarsi di loro. Il forzato  svuotamento di alcune città della popolazione nera con il conseguente “parcheggio” nei territori dei “bianchi”, ha portato nel tempo  nella comunità bianca alla formazione di organizzazioni di quartiere, gruppi di amici, associazioni anti-neri che organizzavano uccisioni impunite tanto che si facevano fotografare con le loro  vittime fumanti, magari su una pira. Cosi come le impiccagioni dei neri organizzate la domenica, o per festeggiare un buon raccolto.  Altri esempi di questo scempio che ci presenta Adjobi, e che veramente devono farci riflettere, è l’organizzazione scientifica di “battute di caccia”, nelle campagne degli Stati Uniti, godendo di piacere nel vedere i propri cani mordere le persone di colore  come fossero, appunto,  animali da cacciare. Chiaramente, si domanda, queste azioni non rientrano in quella che viene chiamata“schiavitù”. Attualmente, queste situazioni, sostiene Adjobi, stanno diventando ingombranti per gli Stati Uniti, tanto che oggi, il mondo intero può scoprire attraverso immagini storiche che oltre al lavoro delle 84 fazioni del KKK sparsi in tutto il territorio degli Stati Uniti,  questi linciaggi sono stati condotti da altrettanti piccoli gruppi di persone senza nome che hanno il solo scopo di far soffrire povere persone. Adjobi, plaude di fatto all’avvento di Internet, che per lui è diventata la più grande biblioteca del mondo. Nel suo articolo ci invita a leggere il libro di Beloved de Toni Morrison dove l’autore descrive gli abusi effettuati contro i neri fino al 1961 negli Stati Uniti.

A tal proposito Raphael Adjobi  ne stila una breve lista di alcuni di questi:

  1. Essere violentata da ragazzi bianchi di dieci anni.
  2. Essere un prigioniero di una famiglia e sfruttata come intrattenimento sessuale godendo dell’impunità. La pubertà delle donne di colore è uno dei grandi piaceri che venivano offerti  ai padroni bianchi
  3. I bambini di circa 9 o 10 anni venivano prelevati alle loro madri e venduti. Questo era  più conveniente che acquistare schiavi adulti in quanto  i bambini raramente sapevano  delle situazioni in cui vivevano i loro nonni.
  4. I padroni bianchi erano ben contenti di ottenere i bambini sani e robusti per farli lavorare nei campi o utilizzarli nella vendita  e i contadini erano diventati allevatori di “ragazzi” da  vendere ad altre aziende.
  5. Lo stupro delle donne nere era comune. E i bambini nati da queste unioni violente, alcune madri li preferivano uccidere.
  6. Una professione molto redditizia era lo schiavo cacciatore e i tentativi di fuga erano molto comuni.
  7. Gli schiavi erano costretti ad avere un  numero di figli quanti ne voleva il padrone.
  8. Quando una famiglia era in difficoltà finanziarie vendeva gli schiavi per continuare a mandare avanti la casa.
  9. Le schiave che avevano i bambini erano costrette a dare il loro latte per i bambini bianchi.
  10. Le giovani madri non beneficiavano mai dell’esperienza dei loro anziani, perché spesso queste erano lontane da sua madre che finivano per non vedere mai , in questo modo la trasmissione delle conoscenze e delle esperienze per il popolo nero era impossibile.
  11. I linciaggi erano fonte di divertimenti per i bianchi: secondo dei dati 87 nel 1874 nel solo stato del Kentucky; oltre 7 linciaggi al mese, circa due linciaggi a settimana in questo stato.
  12. l’epurazione regolare dei neri nei centri urbani.
  13. Le scuole venivano regolarmente bruciate con all’interno i bambini neri.
  14. Spesso, per punire uno schiavo, gli veniva tappata la bocca in modo da impedirgli di parlare, gridare o comunicare con chiunque

Tutto questo fa capire come tali comportamenti abbiano potuto riverberarsi fino ai nostri giorni in certe parti occidentali del mondo.

Raphael Adjobi  è ex insegnante di francese  delle scuole superiori a Bouaké (Costa d’Avorio), ed ha anche  insegnato per quasi venti anni in un college Yonne (Francia). Titolare di un dottorato in letteratura comparata e francese,   in questi ultimi anni ha optato per la letteratura nera.  Dichiara di essere   particolarmente interessato alla ricerca e alla scrittura di  romanzi che toccano il mondo della schiavitù e la vita di discendenza africana nelle Americhe e in Europa.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21