Da Giancarlo Siani fino a Giulio Regeni, memoria e futuro

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“Conservare la memoria per non diventare complici…”, questo il filo conduttore di “imbavagliati“, la rassegna dedicata alla libertà di informazione che unisce le passioni civili di Desiree Klain e di Paolo Siani, il fratello di Giancarlo, straordinario animatore di iniziative a sostegno dell’educazione alla legalità. Insieme hanno riunito giornalisti dalla Turchia, dalla Siria, dall’Egitto, dalla Russia, dal Marocco, donne e uomini che lottano contro bavagli di ogni natura e colore. Insieme ad uno straordinario gruppo di amici di Giancarlo e di giovani artisti, hanno realizzato murale dedicato alla sua vita; anzi se vi capiterà di passare da Napoli, andate al Vomero, in via Romaniello, e date uno sguardo a questi segni che ricordano una vita dedicata alla legalità e alla libertà di informazione.

Ad animare le giornate di “imbavagliati” non solo i soliti noti, ma centinaia di giovani che vogliono conoscere il passato per costruire il loro futuro. Non a caso hanno voluto ricordare insieme Giancarlo Siani e Giulio Regeni, giovani diversi che avevano scelto mestieri diversi,ma uniti dall’amore per la libertà, dal desiderio di andare oltre ogni velina di regime, dalla sete di conoscenza. Entrambi uccisi da chi odia la legalità e ha bisogno del buio, politico e mediatico, per portare a compimento delitti e malaffare.

Le loro famiglie non hanno mai chiesto vendetta, ma hanno sempre reclamato la verità, per i loro cari e per i tanti altri che hanno subito lo stesso oltraggio.

Questa sera a Udine, altre ragazze e altri ragazzi, si sono ritrovati per continuare a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, e gli dedicheranno segni, parole, e soprattutto le musiche della sua vita. Gente che non si rassegna e che non può accettare l’idea che l’odore dei soldi possa avere la meglio, per l’ennesima volta, sul dolore della famiglia e sul rispetto della dignità delle persone.

Un’altra piazza, a Ferrara ha ricordato invece Federico Aldrovandi, il giovane ucciso il 25 settembre del 2006, dopo un violento, pestaggio eseguito da persone che tradirono la divisa e la Costituzione, per altro già rientrate in servizio. A ricordarlo i familiari, gli amici di sempre, ed anche chi non lo ha mai conosciuto, ma ha compreso che la cancellazione dei diritti anche di una sola persona, può e deve riguardarci tutte e tutti perché “quello che è successo una volta, può sempre tornare ad accadere…”. “Conservare la memoria per non essere complici..” ci ricorda il titolo di ” imbavagliati”, ma anche, aggiungiamo noi, “conservare la memoria per trasmettere la speranza a chi verrà dopo di noi…”.

Per questo ci sembra giusto ringraziare pubblicamente chi a Napoli, a Udine, a Ferrara, e in tante altre località, ha scelto di ricordare il passato per costruire il futuro.

Fonte: “Il Fatto Quotidiano”


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