Strage di Ustica: il dibattito continua

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Continua sul sito di Articolo21 il botta e risposta sulla strage di Ustica. Dopo quello tra il senatore Carlo Giovanardi e Daria Bonfietti, Eugenio Baresi, già segretario della Commissione stragi ci chiede di ospitare un pezzo di commento all’articolo di Valter Vecellio. Daria Bonfietti controreplica. Sperando che per il momento la diatriba finisca qui

di Eugenio Baresi

“Leggo con stupore la replica di Valter Vecellio alla lettera invitavi dal sen. Carlo Giovanardi. Intervengo per dovere di verità. I processi penali si sono svolti con assoluta regolarità e con precisazioni sempre più univocamente pertinenti, dal primo grado in Assise al giudizio finale in Cassazione, nel definire che “l’imponente massa di documenti e dati presentati non ha consentito di ricavare elementi di prova a conforto delle tesi dell’accusa, addirittura la prova dei fatti contestati è del tutto mancata”. Affermare con maldicenza di verdetti dubbi è grave mancanza di rispetto. Per quanto riguarda i tracciati radar, l’ultima perizia consegnata il 16 giugno 1997 all’allora Giudice Istruttore dal collegio presieduto da Enzo Dalle Mese non ha potuto smentire che: I nastri forniti dall’Aeronautica Militare sono integri. I radar della difesa aerea non evidenziano aerei nell’area di 50/60 miglia (90/110 km) intorno al Dc9. Questo significa che non potevano assolutamente esserci aerei in grado di colpire l’Itavia, cosa per altro molto più ampiamente sviluppata in dibattimento nei processi penali con il riscontro di certezze assolute. Per quanto riguarda la “toilet” vorrei far notare che il lavandino in acciaio presenta un accartocciamento tipico di una causa esplosiva e questa cosa ha determinato il ridondante effetto di acuire i danni nella parte posteriore ad esso. Sufficiente la descrizione delle condizioni di ritrovamento contenuta nella perizia Franck Taylor, del 23 luglio 1994, sempre consegnata al Giudice Istruttore: “…il lavabo è di acciaio inossidabile. I suoi bordi benché gravemente deformati sono ancora lucidi, il bordo anteriore ripiegato è stato quasi completamente raddrizzato prima di essere deformato, la vaschetta centrale è gravemente deformata, lacerata e intensamente corrosa…”. Non mi dilungo nemmeno io sulle ulteriori ed innumerevoli precisazioni che mi sarebbero consentite dal fatto che il relitto è stato a disposizione di ogni analisi essendosi recuperato il 94,6% delle sue parti. In merito alla divulgazione di documenti segreti vorrei precisare che diffondendoli non si tratta di disobbedienza civile, ma di tradimento. Esiste un obbligo al rispetto delle segretezza stabilito dalle Autorità dello Stato per sue determinazioni che riguardano la sicurezza del Paese. Solo le autorità medesime hanno il potere politico e morale di rendere note tali informazioni. Questo avviene in un Paese serio e democratico nei suoi valori”.

*segretario della commissione terrorismo e stragi nella XII legislatura


di Daria Bonfietti

Che bella storia edificante: un parlamentare lascia tutte le sue prerogative e sfida perfino il carcere per consegnare (a chi?)le carte che svelano la verità su una delle tragedie della storia del Paese. Pronta a rifornirlo di arance per tutta la detenzione. Invece immancabilmente si tratta del sen. Giovanardi che usa proprio le sue prerogative per imbastire provocazioni e seminare confusione.

Ripeto: con le prerogative di un membro di commissione parlamentare, che sono uguali a quelle della Magistratura, vede documentazione custodita secondo le regole della normale legislazione di segretezza e afferma che vi sono custodite verità fondamentali su Ustica e il 2 agosto. Viene smentito da altri Commissari che con le stesse prerogative hanno visionato le carte ed è smentito “per dir così” dai fatti perché , secondo la norma, non vi possono essere carte secretate sulle due stragi.

Ma approfittando appunto sulle sue prerogative, noi cittadini non possiamo vedere quelle carte, continua nelle sue sceneggiate. Lui ha visto la verità che non può rivelare e tutti gli altri hanno la colpa di non volere la verità per i loro interessi. Il modo più semplice per uscire dall’impasse sarebbe chiedere motivatamente l’intervento della Magistratura che ha le sue stesse prerogative del parlamentare, ma è una strada che il senatore non percorre perché sa bene che le sue affermazioni sono incosistenti.§
E allora via alle polemiche e alle sceneggiate. Oggi vedo che in questo gioco di citare a sproposito documenti per creare confusione si associa il ex segretario della Commissione Stragi. A lui almeno si potrebbe chiedere una più attenta considerazione della documentazione. Ad esempio, sempre nello sforzo per sostenere la bomba a bordo, sul materiale della toilette non serve richiamare le descrizione delle condizioni di ritrovamento degli elementi : è risolutivo citare il fatto che su quegli elementi le perizie effettuate hanno escluso l’esistenza di tracce di esplosione e quindi escluso la bomba!

Come ha poco senso richiamare “estrapolazioni” di uno scritto del 1997 del professor Dalle Mese senza ricordare che la conclusione della sentenza ordinanza d Priore. “Il dc9 è stato abbattuto”, è proprio frutto del lavoro di Dalle Mese, che ha avuto anche la collaborazione Nato, e protrattosi fino al 1999. A me poi rimane il dubbio se abbia senso misurarsi con provocatori incalliti che trovano poi soltanto in questo dialogare il momento per sciorinare tesi ampiamente sbugiardate e screditate. Fino a quando?


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