Rai: IndigneRai: “nonostante tutto andiamo avanti”

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“L’associazione Rai Bene Comune-Indignerai, dopo l’esposto presentato alla corte dei conti, alla procura della repubblica e all’autorità anti corruzione per il compenso attribuito dalla Rai e percepito dalla Maggioni quale presidente del Consiglio di Amministrazione, sta preparando, con l’assistenza dell’avv. Vincenzo Iacovino, un esposto alla corte dei conti e alla procura della repubblica per gli stipendi che la Rai sta elargendo a dirigenti, direttori, vicedirettori, capiredattori in misura superiore a quella prevista dai rispettivi contratti collettivi, senza alcuna motivazione giustificativa e sul mancato utilizzo di alcuni lavoratori che, pur pagati stanno senza fare niente perché parcheggiati da altri soggetti aziendali. Rai Bene Comune prende atto di quanto dichiarato da Matteo Orfini presidente PD secondo il quale molti dirigenti e figure apicali percepiscono stipendi derivanti da “incesti politici”. E’ quanto scrive in una nota L’associazione Rai Bene Comune-Indignerai.

“Chiediamo ad Orfini di chiarire meglio chi siano coloro che hanno rapporti incestuosi con la politica, visto che lo afferma con certezza, anche considerando il suo ruolo politico e istituzionale. A questo punto tacere i nomi sarebbe da parte sua un atto di complicità agli abusi e alle conseguenze civili, penali ed erariali. Rai Bene Comune-IndigneRai- ora più che mai chiede chiarezza e l’avvio di audit in merito a tutti i dipendenti esautorati dalle loro mansioni e funzioni e demansionati per volere della politica e pone il seguente quesito: come può il presidente della Rai dirigere l’auditing essendo Lei stessa denunciata per il suo stipendio? Ed in ogni caso ci chiediamo se il Presidente della RAi ha disposto l’audit per gli stipendi pagati con i soldi del canone a decine e decine di dipendenti Rai demansionati considerando che contestualmente si assumono e si conferiscono incarichi a personale esterno.
Se in un’azienda pubblica che gestisce il Servizio Pubblico Radiotelevisivo accade tutto questo è perché non c’è una sana gestione imprenditoriale.

Compensi ingiustificati e demansionamenti denotano che in Rai chi comanda pensa di potersi scegliere i collaboratori al di là delle regole che la stessa Rai si è data con il codice etico, anti corruzione e della trasparenza, mortificando professionalità che hanno contribuito a far crescere l’azienda. La Rai esprime tutte le professionalità possibili per una sana gestione, basterebbe che fossero utilizzate nel rispetto della costituzione, della legge e del contratto.
Regole ovviamente poco note alla politica che ancora oggi occupa il servizio pubblico abusando di compiti e funzioni tramite emissari che costano centinaia e centinaia di migliaia di euro alla collettività.

Chiediamo maggiori controlli da parte della commissione di vigilanza e da parte della corte dei conti, che peraltro ha un suo esponente in seno al consiglio di amministrazione Rai.

Noi continueremo a denunciare e ad esprimere le nostre opinioni nel rispetto dell’art. 21 della costituzione e dello statuto dei lavoratori e a ripetere con forza: fuori la politica e il governo dalla gestione della Rai, BENE COMUNE !”


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