Marco Pannella storico leader dei radicali e guerriero della non violenza

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“Curo due tumori con 60 sigari al giorno. Il fumo mi salva dalla malattia”. Una frase divertente, anomala e tipica del leader dei Radicali, che oggi risuona forte nell’etere del web che lo ricorda con molta nostalgia. Ha lottato per anni e alla fine si è dovuto arrendere al male che lo stava soffocando. Un cancro al polmone e uno al fegato. Marco Pannella è morto all’età di 86 anni nelle prime ore di questo pomeriggio. Dallo scorso marzo le sue condizioni fisiche si erano aggravate fino a peggiorare nelle ultime ore. Era ricoverato da qualche giorno presso la clinica romana di Nostra Signora Mercede, sedato a causa dei forti dolori.

Lotte politiche, digiuni e battaglie hanno contraddistinto la vita di Marco Pannella, all’anagrafe Giacinto Pannella. Anticonformista, radicale ma non violento e a tratti quasi gandhiano.

Nasce nel maggio del 1930 a Teramo, si laurea a soli vent’anni in giurisprudenza e diventa giornalista professionista. Si iscrive al Partito liberale italiano (Pli) già ai tempi del liceo, membro della Gioventù liberale e poi leader dell’Unione Goliardica Italiana negli anni dell’università.

E’ stato tra i fondatori nel 1955 del Partito Radicale dei Democratici e dei Liberali con Ernesto Rossi, Leo Valiani, Mario Pannunzio ed Eugenio Scalfari. Direttore di due quotidiani di sinistra radicale, Lotta continua e Liberazione, nonchè sostenitore del primo governo di Silvio Berlusconi nel 1994.

Una lunga e indiscussa esperienza politica quella del leader radicale che lo portò  nel 1976  a essere eletto per la prima volta alla Camera. Ci tornerà nel 1979, nel 1983 e nel 1987. È stato europarlamentare con la Lista Bonino, ma anche presidente della XIII circoscrizione del Comune di Roma (Ostia), consigliere comunale a Trieste, Catania, Napoli, Teramo, Roma e l’Aquila, oltre che consigliere regionale del Lazio e dell’Abruzzo.

Protagonista indiscusso di molte campagne referendarie: da quella contro l’abolizione della legge sul divorzio, alla depenalizzazione sull’aborto, dai referendum sulla giustizia (responsabilità civile dei magistrati), a quelli per il maggioritario. Nella sua lunga vita politica ha vinto molte battaglie e altre ne ha perse. Non si è mai stancato di combattere per le proprie idee, la democrazia, la libertà e la legalità.

Controverso e disobbediente fino al midollo, nel 1995 si è fatto arrestare insieme ad altri esponenti radicali per “spaccio” di droga”, il tutto davanti alle telecamere chiamate per dare il più ampio risalto possibile alla sua campagna per la liberalizzazione delle droghe leggere. Nello stesso anno, nel corso della trasmissione televisiva “L’Italia in diretta” su RaiDue, condotta da Alda d’Eusanio, si è presentato in studio per regalarle 200 grammi di hashish.

Nel 2001 partecipa alla nascita dell’Associazione Luca Coscioni che si batte per la libertà di cura, i diritti dei malati e il rifiuto terapeutico. Temi particolarmente importanti per Pannella. Negli ultimi mesi, si era rifugiato nella sua casa romana, dove il 2 maggio aveva festeggiato 86 anni e intorno a lui, debole e stanco, si sono stretti tutti i politici e amici di una vita che oggi hanno lo hanno salutato con nostalgia, ricordando le sue battaglie.


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