Pino Daniele, la voce di un popolo

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Ogni qual volta ho interloquito con un musicista, un cantautore, insomma anche qualcuno di importante che ha tracciato la via maestra della musica italiana nessuno ha mai lesinato qualche critica al collega: qualche volta ritenuto un tantino presuntuoso, altre invece arrivato a quel punto non meritandolo affatto. Ma quando il discorso convergeva su Pino Daniele nessuno, e sottolineo nessuno, ha mai storto il naso o proferito il ben minimo commento negativo. Tutti, ma proprio tutti, ribadivano senza ombra di dubbio che si trattasse di un artista che è stato capace di dare un nuovo slancio innanzitutto alla musica napoletana.

In pratica colui che ha concesso al musica di Napoli di continuare a vivere, evolversi e raggiungere un pubblico internazionale. Credo che questa mia introduzione debba essere considerata un atto dovuto a “Je sto vicino a te” (Mondadori editore euro 17,00), il libro che Nello Daniele, il fratello di Pino, ha scritto insieme allo scrittore Antonio G.D’Errico. Proprio questo concetto è quello che si legge nelle prime pagine del testo: “Pino ha cambiato il modo di raccontare Napoli, ha fuso le sonorità mediterranee con il blues”. Il libro, poi, è una vera e propria positiva sorpresa che fugge da qualsiasi analisi sociologica e musicale, che permette al lettore di catapultarsi all’interno di una storia familiare con luci ed ombre e per questo bisogna applaudire il “piccolo” Nello che dimostra coraggio eludendo, ancora una volta, le luci di una facile ribalta. Questo lavoro che scorre velocemente, con giusto ritmo, purezza, attenzione e rispetto per chi non c’è più permette al lettore di conoscere un altro Pino Daniele, quello vero, silenzioso, dedito al proprio lavoro e allo studio, alla famiglia, e lontano dalla vita mondana.

Leggendo queste pagine finalmente si comprende ciò che realmente Pino è stato: un ragazzo a cui sono mancati alcuni momenti importanti di vita familiare; un “Nero a metà” capace di scrivere di Napoli e  sapendola raccontare a tutto il mondo ma, allo stesso tempo, di cercare sempre se stesso quando l’umanità intera sembrava gli girasse intorno per via dell’enorme successo. E’ importante questo testo, credo fondamentale anche per chi volesse solamente adesso avvicinarsi alla figura di Pino Daniele e di suo fratello Nello che prosegue la propria carriera artistica. C’è un altro passaggio, nelle ultimissime pagine, che bene fa comprendere anche il “cambiamento” stilistico da un punto di vista espressivo e musicale e che, allo stesso tempo, sintetizza quello che Pino è veramente stato: “Pino mirava al cambiamento e al superamento degli stili e delle tendenze. Ha saputo però creare, a partire dalla tradizione napoletana e dalla nostra lingua, uno stile nuovo, una bellezza che mancava, nel quale confluiscono stilemi e conoscenze di altre culture, popoli e razze”.


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