1° maggio: il bollettino di guerra delle morti sul lavoro non arretra

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Calo irrisorio delle morti sui luoghi di lavoro nei primi 4 mesi del 2016 rispetto al 30 aprile del 2015: sono 191 (oltre 400 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere). Erano 194 sui luoghi di lavoro il 30 aprile 2015 (-1,1%). Erano 177 sui luoghi di lavoro il 30 aprile del 2008 (+ 6.9%). Purtroppo qui in Italia ci sono lavoratori di seria A e di serie B anche su queste tragedie. Perché mai un lavoratore in nero, una Partita IVA individuale, un carabiniere, un poliziotto, un agricoltore schiacciato dal trattore non deve essere considerato un morto sul lavoro? E’ questo purtroppo che accade in questi anni se si guardano solo le statistiche ufficiali. Certo che se si cancellano delle statistiche tutti questi morti sul lavoro il panorama diventa più roseo.

Dal 1° gennaio 2008, il giorno d’apertura dell’Osservatorio non c’è stato nessun calo. E perché mai l’INAIL non dice mai che monitora solo i suoi assicurati e che in tantissimi non lo sono, e tra questi anche tanti morti sul lavoro? Questi sono i misteri italiani. Certo che scrivere per anni che le morti sul lavoro non sono mai calate, informare stampa e televisioni e cittadini e nessuno che va a vedere se quello che scrivo è vero, è veramente disarmante per chi credeva e crede di poter dare una mano a questo Paese col suo lavoro volontario.  Ancora una volta occorre ricordare che l’INAIL monitora solo i propri assicurati e quelle che diffonde sono le denunce pervenute a questo Istituto dello Stato. Tra queste denunce ci sono anche le morti sulle strade e in itinere, molte di queste denunce non verranno poi accettate.

Non si possono considerare dei fantasmi i lavoratori che muoiono per infortuni e che non sono assicurati all’INAIL. Tra questi diverse categorie che hanno assicurazioni proprie ci sono tutte le Forze Armate, i Vigili del Fuoco, le partite iva individuali che sono tantissime, gli agricoltori, ecc. Occorre poi aggiungere i lavoratori in nero. Se non si prendono in considerazione questi lavoratori non sarà mai possibile vedere calare questo fenomeno devastante per oltre 1000 famiglie ogni anno. Ricordiamo la carneficina che ogni anno si verifica a causa dello schiacciamento del guidatore provocata dal ribaltamento del trattore. Già 31 dall’inizio dell’anno. Nel 2015 sono state 132, nel 2014 sono state 152. A queste occorre poi aggiungere i trasportati, a volte anche bambini che muoiono in questo modo atroce. Occorre urgentemente che il Ministro delle Politiche Agricole s’impegni con determinazione nel cercare di dimezzarle, con una forte campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e d’incentivi per la rottamazione o della la messa in sicurezza dei trattori vecchi. E’ dal 2008 che denuncio queste morti, ma con scarsi risultati. Continuerò a farlo.

Se hai un parente o un amico che guida il trattore avvertilo del pericolo mortale che corre guidando questo mezzo. Ricordo che oltre il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro sono provocate dal trattore. Oggi è la Festa dei Lavoratori, fai un piccolo sacrificio ovunque tu vada, indossa qualcosa di nero per manifestare la tua solidarietà per queste tragedie che ogni anno portano il lutto in oltre 1000 famiglie. Uniti e sensibili sconfiggeremo questo triste fenomeno.

*curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

SONO 191 I MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO al 30 aprile

Al 31 marzo 2016 sono stati 133, il 31 marzo del 2015 erano 122 (+ 8,3%) lo stesso giorno del 2008 erano 121 (+9,1) e questo nonostante si siano persi centinaia di migliaia di posti di lavoro dall’anno d’apertura dell’osservatorio. Sono 191 i primi 4 mesi del 2016 -1,1%. Erano 177 il 30 aprile del 2008 +6,9% e questo nonostante si siano persi tantissimi posti di lavoro. Nel mesi di aprile sono morti sui LUOGHI DI LAVORO 56 lavoratori. A questi occorre aggiungerne almeno altrettanti che sono morti sulle strade e in itinere. Con le morti sulle strade e in itinere dall’inizio dell’anno si superano i 400 morti complessivi per infortuni di tutti i lavoratori, e non solo degli assicurati INAIL

Morti per infortuni sui luoghi di lavoro nel 2016 per regione e provincia

Veneto 19 Venezia (2), Belluno (1), Padova‎ (5), Rovigo (), Treviso (3), Verona (3), Vicenza (5). Emilia-Romagna 19 Bologna (4). Forlì-Cesena (3), Ferrara (1), Modena (2), Parma (1), Piacenza (2), Ravenna (2), Reggio Emilia (4), Rimini (). Campania 19 Napoli (12 di questi 3 in mare), Avellino (1), Benevento (), Caserta (1), Salerno (5). Toscana 17 Firenze (), Arezzo (2), Grosseto () , Livorno (2), Lucca (3), Massa Carrara (5), Pisa‎ (2), Pistoia (1) , Siena (2) Prato (1). Piemonte 14 Torino (3), Alessandria (1), Asti (3), Biella (), Cuneo (7), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli (). Sicilia 14 Palermo (1), Agrigento (3), Caltanissetta (2), Catania (2), Enna (1), Messina (3), Ragusa (1), Siracusa (), Trapani‎ (1).  Lombardia 11 Milano (), Bergamo (3), Brescia (6), Como (2), Cremona (), Lecco (), Lodi (), Mantova (), Monza Brianza ( ), Pavia (), Sondrio (), Varese. Lazio 12 Roma (5), Viterbo (3) Frosinone (2) Latina (2) Rieti (). Puglia 8 Bari (), BAT (1), Brindisi (1), Foggia (1), Lecce (1), Taranto (4) Trentino-Alto Adige 6 Trento (3), Bolzano (3). Sardegna 8 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campisano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (1), Sassari (3). Marche 7 Ancona (1), Macerata (4), Fermo (), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (1). Abruzzo 7 L’Aquila (1), Chieti (2), Pescara (2) Teramo (2). Umbria 4 Perugia (1) Terni (3). Calabria 4 Catanzaro (2), Cosenza (1), Crotone (), Reggio Calabria (1) , Vibo Valentia (). Liguria 3 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (), Savona ().  Friuli-Venezia Giulia 2 Trieste, Gorizia (), Pordenone (1) , Udine (1). Molise 1 Campobasso (1), Isernia (). Basilicata Potenza () Matera () Valle D’Aosta () I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle province-

Consigliamo a tutti quelli che si occupano di queste tragedie di separare chi muore per infortuni sui luoghi di lavoro, da chi muore sulle strade e in itinere con un mezzo di trasporto. I lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere sono a tutti gli effetti morti per infortunio sul lavoro, ma richiedono interventi completamente diversi dai lavoratori morti sui luoghi di lavoro. E su questo aspetto che si fa una gran confusione. Ci sono categorie come i metalmeccanici che sui luoghi di lavoro hanno pochissime vittime per infortuni, poi, nelle statistiche ufficiali, non separando chiaramente le morti causate dall’itinere, dalle morti sui luoghi di lavoro, risultano morire in tantissimi in questa categoria che è numerosissima e ha una forte mobilità per recarsi o tornare dai luoghi di lavoro. E’ ricominciata la strage di agricoltori schiacciati dal trattore, sono già 30 dall’inizio dell’anno, Tutti gli anni sui LUOGHI DI LAVORO il 20% di tutte le morti per infortuni sono provocate da questo mezzo. 132 sono i morti schiacciati dal trattore nel 2015 e 152 nel 2014. Contiamo molto della sensibilità dei media e dei cittadini che a centinaia ogni giorno visitano il sito. In questi nove anni di monitoraggio le percentuali delle morti nelle diverse categorie sono sempre le stesse: l’agricoltura sempre la categoria con più vittime, seguono l’edilizia, i servizi, i metalmeccanici e l’autotrasporto.

Morti sul lavoro nel 2015. Le morti sulle autostrade e all’estero non sono segnalate nelle province

SONO STATI 678 I MORTI PER INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO nel 2015
CONTRO I 661 del 2014 +2,6%. ERANO 637 nel 2008 +6,1%

L’INAIL nel 2014 ha riconosciuto complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi il 52% sono decessi in itinere e sulle strade ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Crediamo che anche per il 2015 ci siano più o meno le stesse percentuali. Nel 2015 tra gli assicurati INAIL sembra ci sia stata un’inversione di tendenza, per la prima volta dopo tantissimi anni questo Istituto vede aumentare le denunce per infortuni mortali. Ma le denunce non comportano necessariamente un riconoscimento dell’infortunio mortale. Sta a noi che svolgiamo un lavoro volontario, senza interesse di nessun tipo, far conoscere anche questo aspetto ai cittadini italiani.


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