Il 21 marzo con Libera: Don Ciotti, “le mafie ci tolgono dignità e libertà”

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Da ventuno anni, l’inizio della Primavera coincide con la giornata in cui Libera ricorda le vittime innocenti delle mafie celebrando la Giornata della Memoria e dell’Impegno. Alla radice della ventunesima edizione della manifestazione ci sarà il tema “Ponti di memoria, luoghi di impegno”, attraverso il quale Libera si propone di gettare le fondamenta per una società nuova, in grado di fare della memoria e dell’impegno gli strumenti per ripulire il Paese dal cancro della mafie.

Quello di quest’anno sarà un 21 Marzo diverso: se negli altri anni Libera si era data appuntamento in una città, scendendo in strada per ribadire con forza l’impegno contro mafie e malaffare, quest’anno oltre Messina, mille luoghi in tutta Italia ospiteranno altrettante manifestazioni. Nella stessa ora, in mille punti diversi del nostro Paese, verrà recitata la lettura dei nomi delle circa novecento vittime innocenti delle mafie per sottolineare con forza l’importanza di un agire comune, la corresponsabilità dei cittadini di fronte alla lotta alle mafie, un percorso che culmina il 21 marzo di ogni anno, ma che è espressione di un impegno che dura 365 giorni. La XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno ha un sapore diverso, all’indomani del riconoscimento istituzionale del 21 marzo come “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, «un importante segno di attenzione sia verso chi è stato ucciso dalla violenza mafiosa», come spiega don Luigi Ciotti.

Anche quest’anno la Rai sceglie di stare dalla parte giusta, sceglie di accompagnare Libera, di impegnarsi dedicando un’ampia porzione del palinsesto all’iniziativa messinese, con dirette e interviste ai protagonisti della Giornata. Don Luigi Ciotti, ad Articolo21, commenta l’importanza di un servizio pubblico che sia fino in fondo espressione di una missione al servizio del bene comune. «La Rai quest’anno sarà ancora al fianco di Libera: l’ha fatto per tanti anni, l’ha fatto dando spazio al nostro spot, con il Segretariato sociale, l’ha fatto con i collegamenti tutti gli anni su Rainews, con i servizi ai telegiornali, ma quest’anno ha mosso tutte le forze e le energie. Questo ci fa piacere perché vuol dire che quello strumento è uno strumento a servizio veramente dell’informazione, che deve cercare di raggiungere tutti, su piani e in modi diversi. Ci fa molto piacere questo, perché quando noi diciamo che l’obiettivo di Libera non è Libera, la stessa cosa vale per la Rai: l’obiettivo della Rai non è la Rai, ma è il servizio per il bene comune e questo bene comune ha bisogno del contributo di tutti. L’obiettivo di Libera, infatti, non è Libera, ma è il bene comune, è un impegno per ridare dignità, speranza, vita alle persone schiacciate dalla corruzione, dall’illegalità, dai giochi criminali mafiosi. E siccome questo fine deve vederci tutti impegnati, ci fa anche piacere quando troviamo nella ricerca della verità e nella costruzione di percorsi di giustizia l’impegno dei mass media. È importante la collaborazione dell’informazione per amplificare le cose belle, importanti e positive, i fatti concreti che si possono toccare con mano e che hanno dimostrato che, se si vuole, è possibile portare un contributo al cambiamento. Unendo tante forze, infatti, diventiamo una forza sul piano sociale, etico, politico per chiedere gli strumenti necessari per affrontare con più forza, con più serietà il contrasto alle varie forme di violenza, ma anche per la costruzione di percorsi che restituiscano libertà alle persone. Questo perché le mafie non ci rendono liberi, la corruzione non ci rende liberi, ma neanche la povertà ci rende liberi, crea delle dipendenze nelle storie delle persone, disuguaglianze e ingiustizie che possono essere l’anticamera di giochi e di altri poteri o interessi che ci tolgono dignità e libertà».


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