Le elezioni americane, sorprese e conferme

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Gli abitanti dello Iowa – come ha scritto a ragione Giampiero Gramaglia su Affari Internazionali– non amano i personaggi troppo sicuri di sé o troppo forti e questo, almeno in parte, spiega la sconfitta del repubblicano Donald Trump e il pareggio, o anche la semi-sconfitta,  di Hillary Clinton rispetto all’anziano senatore del Vermont Bernie Sanders. In quello Stato la Clinton ci è andata in 104 visite e Sanders in 140 visite e la gara ha provato o almeno fa pensare che soprattutto le nuove generazioni abbiano votato Sanders e le donne abbiano preferito la ex first lady democratica.

Ma in campo repubblicano la sconfitta di Trump è stata netta e clamorosa tanto che un giornale, il Daily News ha già parlato di un dead clown walking che è un appellativo piuttosto negativo e funerario. Certo è per ora Cruz, senatore del Texas e Rubio, senatore della Florida, che hanno battuto Trump appaiono come candidati possibili del Tea Party e degli Evangelici  e Rubio ha detto che la vera corsa deve ancora incominciare.  Il quarto candidato repubblicano per ora è un mister X di cui non si scorge ancora il volto ma ci sono ancora i governatori del New Jersey  Chris Christie e dell’Ohio John Kasich senza dimenticare l’unica donna che è Carly Fiorina.

Si sono ritirati inoltre il democratico Martin O’ Malley ex governatore del Maryland e l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee che nel 2008 vinse proprio nell’Iowa. I risultati dello Iowa hanno ricevuto dai media un interesse perfino eccessivo perché assegnano soltanto 44 delegati democratici e 30 repubblicani. Quelli repubblicani già attribuiti sono andati 9 a Cruz (28% dei voti), 7 a Trump(24 % dei voti), 7 a Rubio (23%) e uno ciascuno a Raul Paul (5 %), Jeb Bush(3 %), John Kasich (3%) e Carly Fiorina(3%). Nel New Hampshire, la partita repubblicana è apertissima: Trump è avanti nei sondaggi, Rubio spera di fare meglio di Cruz(e vorrebbe poi vincere in South Carolina). Quella democratica è apparentemente già decisa: Sanders che gioca quasi in casa dovrebbe vincere: Hillary dovrebbe rifarsi in Nevada e South Carolina  prima del Super Martedì il 1 marzo prossimo con 14 Stati in lizza.  Il confronto tra Hillary e Sanders è aperto pure sul fronte della raccolta dei fondi: a gennaio il senatore del Vermont ha ricevuto 20 milioni di dollari mentre in tutto il trimestre precedente ne aveva messi insieme 33(contro i 37 raccolti da Hillary). “Siamo ben piazzati per battere l’obbiettivo della Clinton, cioè 50 milioni di dollari nel primo trimestre del 2016,ha detto Jeff Weaver, direttore della campagna di Sanders- precisando che a gennaio i donatori sono stati 770mila. E i risultati ottenuti nello Iowa possono portare un maggior entusiasmo e altre donazioni. Insomma la competizione mentre sta per entrare nel vivo diventa più incerta con una differenza però. Tra gli elettori democratici la lotta si restringerà probabilmente tra Sanders e la Clinton ma in campo repubblicano potrebbe restare più a lungo incerta.


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