Grillo cede alla destra, del suo movimento, e a quella di Alfano. Le associazioni LGBT unite confermano il valore di civiltà della stepchild adoption. Il ddl Cirinnà verso l’affossamento

0 0

Di Pino Salerno

Dopo la bufera politica suscitata dal post sul blog di Beppe Grillo, nel quale il capo del Movimento 5 Stelle, con argomentazioni del tutto pretestuose, lascia libertà di coscienza sulla legge Cirinnà che regolamenta le unioni civili, e in particolare la stepchild adoption, ovvero la possibilità di adottare il figlio o i figli del partner, nulla è più definito su quanto accadrà da martedì in Senato. Intanto, il centrodestra, assunta la torsione demagogica di Beppe Grillo, esulta e si sente vicino alla vittoria insperata di portare a casa l’affossamento del ddl Cirinnà. Il filosofo Kant avrebbe giudicato questa situazione come una sorta di “eterogenesi dei fini”, ovvero come conseguenza imprevedibile di un’azione. In realtà, l’azione politica di Grillo era stata studiata a tavolino, come si è saputo nel pomeriggio di domenica 7 febbraio grazie all’agenzia di stampa Adnkronos, che è riuscita a scoprire la ragione vera della presunta libertà di coscienza, che si trasformerà in concreta bocciatura delle parti più rilevanti, moderne e progressiste della legge Cirinnà.

Le scoperte di Adnkronos: un sondaggio ha convinto Grillo e Casaleggio

L’Adnkronos scrive che sarebbe stato un sondaggio a imprimere il cambio di rotta del M5S sulla libertà di coscienza al ddl Cirinnà. Ecco, nei dettagli, il lancio di agenzia: “O meglio dei dati, girati tra i vertici del Movimento – da Roma e Milano – sulla composizione dell’elettorato 5 Stelle. Dati targati Luiss e che, rimbalzati dal direttorio alla Casaleggio associati, indicano come, a votare i 5 Stelle, sarebbe soprattutto un elettorato di destra. Da qui i timori che la linea dura sul ddl Cirinnà, provvisto della misura sulle stepchild adoption, potesse trasformarsi in un boomerang per il Movimento. È così che sarebbe maturata la decisione di lasciare libertà di coscienza ai senatori”. Dunque, se l’indiscrezione dell’agenzia fosse confermata, si tratterebbe di una vera e propria scelta politica, e la libertà di coscienza una banale ipocrisia, degna del peggior politicismo. Grillo e Casaleggio temono di perdere parte o tutto il loro elettorato che proviene da destra? Allora, al diavolo i diritti, degli adulti al matrimonio, e dei bambini all’adozione in una famiglia che sarà regolarmente iscritta all’anagrafe civile. Davvero un piccolo capolavoro andreottiano dettato dagli oscuri presagi dei sondaggisti. La ricerca della Luiss, poi, rivela un’altra piccola verità sul Movimento, e spiega per quale ragione dalla sua nascita esso predica la fine delle ideologie, di destra e di sinistra. La Luiss sostiene che il grosso dell’elettorato grillino è di destra, e se la destra è quella definita e descritta da Norberto Bobbio, si tratta di un blocco di potere che per affermare i propri privilegi si alleerebbe perfino col diavolo. Ma l’Adnkronos rivela anche un altro aspetto di questa torbida vicenda grillina. Ricordiamo solamente che il gruppo parlamentare M5S al Senato ha sempre sostenuto di voler votare il provvedimento Cirinnà così com’è, senza ulteriori ritocchi. In realtà, scrive l’agenzia, le cose nel movimento non stavano davvero così. “Dubbi sulla linea da tenere sulla stepchild adoption serpeggiavano già da settimane, tanto da indurre i vertici grillini a raccomandare ai senatori di tenere il profilo basso sulla questione. Fosse stato per il direttorio, probabilmente l’altolà ai senatori sarebbe arrivato ben prima. Di Maio e Di Battista erano tra i più critici, preoccupati dalle ripercussioni”. Nel gruppo c’erano già divisioni profonde sul ddl Cirinnà, dunque, e probabilmente, dopo le continue figuracce da Quarto a Livorno a Parma, qualcuno ha meditato sulle ripercussioni dell’approvazione del ddl Cirinnà. Solo che si è nascosto, in attesa dell’intervento di “papà” Grillo, puntualmente giunto a ridosso del voto al Senato. E già martedì si annuncia come una giornata “dei lunghi coltelli” nel gruppo M5S al Senato. In ogni caso, la profondità delle divisioni è palese e notevole.

La rabbia di alcuni parlamentari grillini, che accusano apertamente i cosiddetti big

Un parlamentare citato dalla Adnkronos dice, con qualche ragione: “Se il Movimento non è né di destra né di sinistra che senso ha affidare le nostre scelte a un presunto elettorato di destra? Di Maio dovrà risponderne, e poco conta sentirlo dire che così metteremo in difficoltà il Pd. Noi non siamo un partito, e Di Maio, manco a dirlo, sembra partorito dalla Dc”. Ma il ragionamento che ha avuto la meglio, aprendo la strada alla libertà di coscienza, è caratterizzato proprio dalla determinazione del Movimento a non restare all’opposizione ma ad andare al governo del Paese. “Se vogliamo governare – hanno riflettuto i vertici – dobbiamo rivolgerci alla maggioranza degli italiani, e la maggioranza è moderata”. Un modo di procedere un tempo impensabile per i 5 Stelle, tanto che la deputata Silvia Giordano rimpiange apertamente, via Twitter, il Movimento degli inizi: “15 luglio 2012 – scrive Giordano, riportando   la ‘data di nascita’ del Movimento – Prima della ricerca del consenso e della paura di prendere posizioni chiare c’erano solo i diritti e la voglia di cambiare. Il movimento 1.0 era questo. Questo era e deve essere davvero il #M5S”. “La mia contrarietà – spiega poi la deputata campana all’Adnkronos – è su due punti: innanzitutto il Movimento, avendo un programma strutturato e redatto nel 2013, ha stabilito che, su qualsiasi argomento al di fuori dal programma, ci sarebbe stata una votazione online. Un voto che, come a Quarto, non c’è stato; in secondo luogo, noi abbiamo sempre voluto farci chiamare portavoce e non onorevoli, perché portiamo in Parlamento la voce dei cittadini. Votare secondo coscienza, alla luce di ciò, è una contradizione in termini”.

Tatiana Basilio, deputata, afferma: “Ricordo il mio bacio in Aula con la collega Corda, quando per difendere la legge sull’omofobia noi 5 Stelle decidemmo di baciarci tutti nell’Aula di Montecitorio. Ecco, io resto ferma lì”. Raccontano che lei, ieri, sia stata tra le più critiche sul cambio di rotta comunicato dal blog di Grillo, con messaggi infuocati in chat. “Non ho preso posizione, non ho scritto tweet o messaggi su Fb – replica secca – e quello che scriviamo in chat sono fatti nostri”. Ma sul ddl Cirinnà non nega un commento. “Quando sarà in Aula alla Camera non avrò alcun dubbio – dice – per me l’amore vince su tutto, e il ddl Cirinnà è un movimento di civiltà nei confronti di persone che per me non sono diverse, l’amore è universale. Spero possa andare in porto, stepchild comprese”.

Il senatore Nicola Morra invece sembra aver recepito integralmente il messaggio dei “capi” del movimento: “voteremo il ddl anche senza le adozioni”, afferma. ”Noi voteremo comunque la legge per come è stata portata in aula”, prosegue. ”Se dovesse essere stralciata la stepchild adoption comunque voteremo per il riconoscimento dei diritti civili. Però voglio vedere effettivamente chi voterà contro la stepchild adoption”. E conclude: ”Si stanno facendo tante previsioni e potrebbero anche essere sbagliate”. Si tratta, come si vede, di una posizione ancora più confusa, segno che tra i parlamentari grillini ormai si è persa totalmente la bussola politica.

La destra esulta e Alfano va in tv a godersi la fine del provvedimento sulle unioni civili

In questo caos grillino si è insinuata la destra, esultando per la molto probabile sconfitta del ddl Cirinnà. I comunicati dei vari esponenti di centrodestra riempiono le agenzie di stampa, ma è la posizione di di Angelino Alfano che le riassume tutte. Nel corso di un’intervista domenicale a SkyTg24, Alfano ha detto a Maria Latella: “C’è il rischio o la fortuna che la leggi salti” e togliere la stepchild adoption dal ddl Cirinnà “per il Pd non sarebbe un accontentarsi: il Pd si fermi varcando la soglia del successo, ma non pretenda di strafare e stravincere a dispetto degli alleati e di due terzi del paese”. Per Alfano prima “c’era il paracadute dei voti di Grillo e se ora non ci sono più è a rischio l’intera legge”, perché “il Movimento 5 Stelle non ha una linea ufficiale e quindi un obbligo di fedeltà a una linea e non può per definizione assicurare tutti i suoi voti e contemporaneamente anche il Pd lascia un po’ a briglie sciolte i suoi” parlamentari. Cosa prevede Alfano? L’allargamento della libertà di coscienza anche ai senatori del Pd, porterà inevitabilmente all’affossamento della legge, dal momento che la presenza di senatori contrari nel Pd è numericamente rilevante, circa una trentina su 110. Ed ecco la stoccata di Alfano, che parla già da vincitore che offre l’onore delle armi al Pd e propone un compromesso al ribasso per il varo della legge Cirinnà: “Penso che il Pd abbia davanti a sé un bivio molto evidente, quello tra il buonsenso tipico di un partito che governa il Paese e il cattivo senno di chi vuole dividerlo. Noi offriamo su un piatto d’argento il nostro sì all’approvazione di una legge che dia più diritti, ma evitateci le adozioni e l’equivalenza con il matrimonio, perché a queste gli italiani sono assolutamente contrari. Per il Pd non è un accontentarsi: si fermi varcando la soglia del successo, ma non pretenda di stravincere a dispetto degli alleati e di due terzi del paese”. Così come Grillo, che evoca lo spettro della maggioranza degli italiani contrari al matrimonio omosessuale e alle adozioni (ma come fa a saperlo?), anche Alfano sostiene di rappresentare addirittura la posizione dei due terzi degli italiani (ma come fa a saperlo?). Insomma, grazie alla congiunzione astrale tra Grillo e Alfano, l’Italia rischia di restare arretrata ancora per decenni sul piano dell’attribuzione di diritti che la Corte di Giustizia Europea ci impone da mesi.

La rabbia e la delusione di Fratoianni (Sel) sono la rabbia e la delusione di tantissimi

Ha perfettamente ragione il coordinatore di Sel, Nicola Fratoianni, a sentirsi estremamente deluso dalla nuova posizione di Beppe Grillo: “ “Caro Beppe, sulle unioni civili ti comporti come certa brutta politica che dici di voler contrastare”. Fratoianni lo scrive in un post su Facebook. Prosegue: “Dici e non dici, prendi impegni e li disattendi, fai esporre i tuoi parlamentari per il si e poi tu, in beata solitudine, dal sommo blog, dichiari la libertà di coscienza. E cioè liberi tutti. Sei in buona compagnia con gli Alfano, i Renzi e tutti coloro che hanno paura dei diritti. Noi, invece, – conclude Fratoianni – siamo sempre dalla stessa parte: dalla parte dei diritti e della dignità delle persone”. Già, la dignità delle persone, calpestata dai calcoli politicisti di Alfano, e si può capire, e di Beppe Grillo, e non si può accettare.

Le associazioni LGBT unite ribadiscono la centralità della stepchild adoption come misura di civiltà

“In relazione ai retroscena giornalistici sulle scelte interne al PD e alle notizie provenienti dal Movimento Cinque Stelle di queste ore che lasciano presagire la possibilità di una legge sulle UNIONI CIVILI approvata senza la stepchild adoption, le associazioni Lgbt unite ribadiscono che il testo attuale è già un compromesso rispetto alle rivendicazioni del movimento e che ulteriori passi indietro sono giudicati irricevibili. La stepchild adoption è una misura di civiltà che non concede nuovi diritti alle persone Lgbt di questo Paese, ma semplicemente riconosce un minimo di tutela a cittadini italiani minorenni che non possono essere discriminati per l’orientamento sessuale dei propri genitori. Questa non lo diciamo noi, ma lo dicono le numerose sentenze dei tribunali di questo Paese, quelle della corte europea dei diritti dell’uomo che già ha richiamato il nostro Paese perché inadempiente sul campo dei diritti umani. Una legge sulle UNIONI CIVILI senza la stepchild adoption sarebbe manifestamente incostituzionale e aprirebbe a una valanga di ricorsi. Chi vuole una legge sulle UNIONI CIVILI con formule di questo genere lo fa contro le persone Lgbt, le famiglie, le loro figlie e i loro figli, non a loro favore”.

Da jobsnews


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21