Giulio Regeni, perché non ripubblicare, tutti insieme, sui nostri siti le sue ultime cronache egiziane?

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Ho una grande “ammirazione” per coloro che di fronte all’assassinio di Giulio Regeni, il giovane ammazzato in Egitto, hanno giá in tasca le risposte e le verità, e riescono persino a trasformare una tragedia in una occasione per acchiappare voti, per schierarsi pro o contro Renzi.

Non vi é dubbio che questa drammatica vicenda si intreccerá con i rapporti tra Egitto e Italia, con le relazioni commerciali tra i due paesi, con le alleanze internazionali, chiunque finga di non saperlo è solo un ipocrita.

Proprio per questo le dure parole pronunciate dal ministro Gentiloni e dalla nostra rappresentanza diplomatica non possono e non debbono essere sottovalutate.

La richiesta di fare chiarezza, la denuncia delle contraddizioni e delle bugie e dei depistaggi, possono e debbono essere una sorta di piattaforma comune per chiunque voglia davvero continuare a chiedere ” Verità e Giustizia” per Giulio.

Fonte: Blitz Quotidiano

Un compito particolare spetterá ai giornalisti, alle loro organizzazioni, a quanti abbiano a cuore i valori dell’articolo 21 della Costituzione.

Giulio, infatti, era un giovane curioso di conoscere il mondo, di apprezzare diversitá e differenze e di raccontarle, anche attraverso le sue inchieste pubblicate dal Manifesto.
Forse in quelle cronache potrebbero nascondersi le ragioni che hanno scatenato la furia dei suoi assassini.

Perché non provare a ripercorrere quei sentieri e tornare, con altre inchieste ed altre narrazioni, sui suoi passi?
Perché non ridare voce alle sue denunce, inviando sul posto i migliori giornalisti di inchiesta ed ” Illuminando” a giorno le periferie del crimine e della violazione dei diritti civili e politici?
Perché non ripubblicare, tutti insieme, sui nostri siti le sue ultime cronache egiziane?

Sarebbe un modo, civile e tenace, per far comprendere alle Autorità, egiziane ed italiane, che per noi il caso non è chiuso e che le ragioni delle alleanze internazionali non possono prevale sul rispetto della dignità degli esseri umani, qualunque sia il colore della pelle, la fede religiosa le opinioni politiche.


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