“Crazy for football”. Un’avventura
talmente straordinaria che sembra folle

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In ritiro a Roma la Nazionale Italiana di calcio per persone con disturbi mentali, che dal 23 al 29 febbraio sarà a Osaka in Giappone per il primo Campionato del mondo di calcio a 5 organizzato dal Comitato Olimpico e Paralimpico di Tokio 2020. Morandi e Baglioni fra i primi sostenitori della sfida che coinvolge 12 ragazzi da tutta Italia. Felice Pulici, Vincenzo Cantatore e Enrico Zanchini alla guida tecnica del team. E un documentario racconterà questa bella avventura.

Aveva solo sei anni Christian quando la sua vita è cambiata per sempre. Una caduta di quelle che capitano a tutti i bimbi a quell’etá, giocando, forse rincorrendo qualcuno, di sicuro con la mente libera e le braccia larghe. L’incidente è grave e lo risucchia in un sonno profondo dal quale si sveglierá diverso, lontano da tutti, lontano da sé. Il recupero fisico ha richiesto tempi lunghi. Quello della mente forse non si è ancora compiuto. Disconnessione mentale, la chiama lui.

La sua malattia rientra nella gamma sterminata delle patologie psichiatriche che dallo scorso anno, per la prima volta, sono entrate a far parte dell’agenda globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanitá. Depressione, disordini provocati da abuso di sostanze, schizofrenia, disturbi alimentari e bipolari. In Europa la prevalenza annuale di queste malattie è del 38,2 percento. Significa 165 milioni di persone.

Sono passati molti anni e lunghe cure ma “ancora oggi”, dice Christian, “quando mi emoziono ho difficoltá a far uscire le parole”. A meno che non si trovi su un campo di calcio. Lí i movimenti tornano spontanei, gli altri non fanno paura, nemmeno se sono avversari. E la rete sí, quella è un obiettivo possibile. Basta concentrarsi bene, crederci, e muoversi in armonia con quella cosa affascinante che si chiama squadra, la tua squadra speciale, che guarda dritto dentro ai tuoi limiti ma non ti giudica. Qualche volta ti aiuta a superarli.

Riuscire a giocare come attaccante nei “Fenicotteri” di Oristano con altre persone che hanno una storia di disagio psichico è giá una grande conquista, e in un certo senso fa parte della cura, come le medicine, come la stanza del dottore, ma piú ariosa. Se poi ti ritrovi catapultato in una squadra piú grande, la Nazionale addirittura!! Beh, allora l’emozione ti scoppia nel petto, e pure l’orgoglio di rappresentare il tuo paese. Cioè…tutta l’Italia sta nei tuoi piedi e gioca per conquistare un titolo… mondiale!

Cosí stanno le cose. Da lunedì mattina Christian è in ritiro in un bellissimo centro sportivo della capitale, insieme ad altri undici ragazzi selezionati per far parte della Nazionale Italiana di calcio a cinque per persone con problemi di salute mentale.

La prossima settimana la squadra volerà in Giappone, a Osaka, per partecipare al primo Campionato Mondiale insieme alle nazionali di Danimarca, Perù, Argentina, Germania e Corea del Sud.

I 12 calciatori sono stati selezionati tra una trentina di candidati arrivati da tante regioni italiane da un team molto speciale: Felice Pulici, ex portiere biancoceleste e campione d’Italia, Vincenzo Cantatore, pluricampione europeo del pugilato, e il mister Enrico Zanchini, ex calciatore di serie A di Calcio a 5. I tre sono tutti volontari, hanno in comune una sensibilità superiore alla media e la voglia di lavorare con questi ragazzi per dimostrare che lo sport vince lo stigma della malattia.

Il Campionato Mondiale è organizzato fra gli altri dal Comitato Olimpico e Paralimpico di Tokio 2020 e nasce dall’ispirazione di Nobuko Tanaka, docente di Sociologia dello Sport all’Universitá di Yokohama, che del Comitato è anche consigliera. La professoressa è stata Roma nel 2011 e grazie a un gruppo di medici e operatori della salute mentale ha scoperto e studiato l’efficacia dell’impegno sportivo nei programmi di riabilitazione dei pazienti psichiatrici.

Si perché in Italia, come confermano gli addetti ai lavori, siamo all’avanguardia nell’applicazione di questo metodo per la cura di patologie psichiatriche e l’integrazione. Come dimostra il Calciosociale, che ormai è diventato un caso di studio e analisi per il suo carattere di innovazione ed efficacia. È un calcio speciale, aperto a tutti e basato su regole completamente reinterpretate, con l’obiettivo di creare un modello di società più giusto e coeso trasformando i campi di calcio in palestre di vita. Niente arbitri, non piú di tre goal a testa per partita, squadre miste senza distinzione di sesso, etá o provenienza, un modello di gioco basato sui valori dell’accoglienza e della giustizia e in cui nessuno venga lasciato indietro.

Lo racconta bene il dottor Santo Rullo, giá Presidente dell’Associazione Italiana di Psichiatria Sociale e promotore della partecipazione della squadra italiana ai Mondiali. Secondo Rullo lo sport ha un potere straordinario, intanto perché richiama i valori di lealtá, solidarietá e convivenza che la patologia psichiatrica, spingendo la persona nell’isolamento e nella solitudine, fa smarrire. Silvio, Mauro, Christian, Sam, Enrico, Antonio, Antonio, Ruggero, Luis Alberto, Ruben, Mara, Stefano, vengono da ogni parte d’Italia, ciascuno con una storia di sofferenza psichica, anche grave.

“In quest’avventura vedremo accadere miracoli: persone che hanno la fobia del contatto con gli altri che si sciolgono nell’abbraccio dei compagni”, cosí la vede Santo Rullo. Di certo, questo Campionato sará un’occasione unica per raccontare a tutti, con l’immediatezza del pallone, i vantaggi dello sport per il benessere mentale. Vale per tutti, ma molto di piú per alcuni.

La trasferta della Nazionale Italiana sarà raccontata per immagini da “Crazy for football”, un documentario di Volfango De Biasi e Francesco Trento, prodotto da Sky Dancers.

A pochi giorni dalla partenza, si stanno moltliplicando i messaggi sulla rete per sostenere l’iniziativa, per la quale è stata anche lanciata una raccolta fondi. La trasferta è costosa e per il momento l’incoraggiamento delle istituzioni non prevede alcun sostegno economico.

Ma la squadra c’è e non aspetta che farsi valere, lontano da casa, verso un’avventura talmente straordinaria che sembra folle. Per vedere i tanti messaggi di incoraggiamento, da Morandi e Baglioni al presidente del Coni Malagó ed altri, basta andare sulla pagina Facebook del progetto Crazy for football.

Chi volesse sostenerlo, puó farlo attraverso il sito www.stradeonlus.it.


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