Vatileaks 2. Respinte richieste rinvio, verso sentenza rapida

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Processo riprende il 30 novembre e potrebbe concludersi prima dell’8 dicembre. Altra solidarietà a giornalisti

Riprenderà lunedì 30 novembre 2015 e proseguirà a ritmo serrato, con udienze quotidiane, il processo penale della giustizia vaticana ai giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi che, insieme ad altri tre imputati, sono accusati di divulgazione di notizie e documenti che interessi fondamentali dello Stato, ai sensi dell’art. 119 del codice penale del Vaticano. Nei loro confronti sono arrivate altre attestazioni di solidarietà dal mondo giornalistico, in particolare dai giornalisti accreditati presso la Sala Stampa Vaticana e dalla FNSI, che ha definito “paradossali” le accuse loro contestate.

La sentenza è prevista entro l’8 dicembre, giorno in cui avrà inizio il Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco.

Martedì 24 novembre la prima udienza si è conclusa con la decisione dei giudice di respingere le richieste di rinvio presentate dagli imputati per avere il tempo necessario per organizzare la difesa, avendo ricevuto soltanto il giorno precedente il decreto di citazione.

I giornalisti sostengono che nel documento, le accuse nei loro confronti sono formulate in modo generico e ciò compromette il diritto di difendersi. Fittipaldi ha dichiarato che, in quanto gironalista, il suo compito consiste proprio nel divulgare le notizie di pubblico interesse e perciò le accuse nei loro confronti sono da considerare un attacco alla libertà di stampa.

“In Vaticano non c’è nessuna volontà di conculcare la libertà di stampa, che è un diritto riconosciuto non solo in Italia ma anche nello Stato Vaticano”, ha replicato il promotore di giustizia aggiunto, Roberto Zannotti. Questo “non è un processo sulla pubblicazione di documenti, ma – ha aggiunto – sulla modalità di acquisizione dei documenti. I fatti verranno specificati ancora meglio nel corso del dibattimento. La contestazione sta nel fatto di aver acquisito documenti in maniera illecita”.

“È paradossale – si legge nel documento del sindacato unitario dei giornalisti italiani – che venga contestata ai giornalisti la pubblicazione di notizie, anche se riservate o coperte da segreto, soprattutto quando c’è un interesse dell’opinione pubblica a conoscere determinati fatti. In questo, come in altri casi, erano altri – e non i giornalisti – che avrebbero dovuto custodire i segreti. È pertanto auspicabile che i giudici vaticani tengano conto di questo aspetto e che, pur non essendo lo Stato Vaticano membro del Consiglio d’Europa, si rifacciano ai principi in tema di libertà di stampa e di tutela delle fonti dei giornalisti sanciti dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo. Quei principi hanno infatti natura generale e possono ritenersi vincolanti per tutta la comunità internazionale, a prescindere dall’adesione alle Convenzioni. Sarebbe grave e inspiegabile un diverso orientamento della giustizia vaticana. Non vorremmo, infatti, che Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, ai quali va il sostegno e la solidarietà del sindacato dei giornalisti italiani, diventassero gli agnelli sacrificali per coprire i veri responsabili della vicenda. Che, evidentemente, sono dentro le mura vaticane”.

ASP


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