“Onore e dignitudine. Storie di donne e uomini in terra di ’ndrangheta” – di Sabrina Garofalo e Ludovica Ioppolo

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Sarà presentato domenica 22 novembre, alle ore 17.30 presso il Teatro dell’Acquario a Cosenza, il
libro, edito da Falco Editore, “Onore e dignitudine. Storie di donne e uomini in terra di ’ndrangheta”
di Sabrina Garofalo e Ludovica Ioppolo. Al dibattito, coordinato dal giornalista Pablo Petrasso,
prenderanno parte l’editore Michele Falco, Marisa Manzini Procuratore Aggiunto della Procura della
Repubblica di Cosenza e autrice della prefazione al libro, Renate Siebert, sociologa tra le prime
ad aver affrontato il tema delle donne e le mafie; Giap Parini, docente del Dipartimento di Scienze
Politiche e Sociali e referente del percorso “A scuola di antimafia- Libera Unical”; Matteo Luzza,
delegato per Libera Memoria e fratello di Pino, uno dei ragazzi dei quali le autrici hanno scelto di
narrare la storia.
“Le storie raccontate in questo libro – scrivono le autrici Sabrina Garofalo e Ludovica Ioppolo –
rappresentano solo uno spaccato della grande realtà quotidiana delle mafie. Abbiamo scelto di immergerci in una dimensione nuova, quella delle relazioni private ed intime, per mettere a tema come
quelle che per noi sono “le piccole storie di donne e uomini” possano fornire nuovi modi di leggere
il fenomeno e di raccontarlo a partire dalle soggettività. Partire dal piccolo, dalle passioni, dai sentimenti, dai desideri. Una scelta precisa, quella di guardare e ascoltare, in una prospettiva di genere,
le storie di uomini comuni che si innamorano di donne che non possono amare. Donne che non possono
in nessun modo passare il confine della famiglia e della ’ndrangheta. E che invece rompono il
tabù dell’onore e della “dignitudine”, contro ogni logica, oltre il controllo mafioso totale e totalizzante.
Raccontare è anche fare memoria, e non è solo il monito del “non dimenticare” a fare la differenza.
È un gesto politico quello di contribuire a decostruire l’immaginario mafioso legato all’onore,
alla narrazione macro che descrivendo le grandi operazioni e i grandi traffici, non permette di
considerare che di ’ndrangheta – ma anche di amore, di onore e di dignitudine – si muore”.


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