No a nuove crociate, no a porte chiuse

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Potrebbe sembrare questo il momento meno adatto per riaffermare i principi di fratellanza, solidarietà e amore che dovrebbero guidarci nella vita di ogni giorno. Ma e’ proprio questo, invece,  il momento per dire “no” a nuove crociate, “no” a chi vuole farci blindare le porte, “no” a chi vuole rinchiuderci in noi stessi per paura, odio e in attesa della vendetta.

A dirlo – a non cadere nella trappola – sono proprio i familiari delle vittime dei terribili e sanguinosi attentati del 13 settembre a Parigi, Sono gli splendidi genitori della dolce Valeria, la ragazza veneziana che aveva scelto di essere cittadina del mondo e volontaria per le cause di pace. E’ Antoine, che ha perso la moglie al Bataclan, e che dice a quei terroristi fanatici senza Dio: “no, non avrete il mio odio, ne’ quello di nostro figlio che ha ora 17 mesi”.

Certo, e’ necessario e indispensabile alzare e rafforzare i livelli di sicurezza nella vita quotidiana delle città. Ma niente sarà più efficace ai fini di una convivenza vera e piena fra uomini e donne di religioni, culture e colori diversi dello sguardo, del gesto che saremo in grado di trasmettere, comunicare, offrire.

Le porte chiuse sono un brutto segno, dice Papa Francesco, e una Chiesa inospitale “mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo”.  A quasi 30 anni ormai da quello straordinario e inedito incontro del 1986 di fedi e religioni sul sagrato della Basilica di San Francesco – promosso da Papa Wojtila – e nel pieno di una tempesta che rischia di farci smarrire, lo Spirito di Assisi, torna a farsi sentire e a indicarci la strada maestra dell’incontro e del dialogo con il suo carico di spiritualità e fede, la sua vocazione universale, la sua pratica dell’umiltà così radicale e stupefacente.

Certo anche noi abbiamo timore, ma questo non farà alzare mai il muro della vendetta e dell’odio.

Fonte: San Francesco


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