“Un Intellettuale in Borgata” ricorda Pasolini a Roma e Stoccolma

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Due incontri importanti per ricordare P. P. Pasolini 40 anni dopo la sua scomparsa. Il primo al FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO A STOCCOLMA rassegna cinematografica dal 27 ottobre al 1° novembre, la XVIII edizione della manifestazione di promozione del cinema italiano organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura e dalla FICC.

Serata inaugurale con Nicola Piovani in concerto uno dei maggiori esponenti della musica per il cinema italiano. Il Maestro si esibirà al pianoforte accompagnato da: Pasquale Filastò (Violoncello, Chitarra e Tastiere), Cristian Marini (Percussioni, Batteria e Fisarmonica), Marco Loddo (Contrabbasso) e Marina Cesari (Sax e Clarinetto).
Il 1° novembre, sarà proiezione il docufilm “Un Intellettuale in Borgata” per la regia di Enzo De Camillis, a seguire conversazione su: Pier Paolo Pasolini regista e poeta. Partecipano: Eva af Geijerstam, critica cinematografica; Lars-Gustaf Andersson, docente di cinema; Göran Greider, poeta e redattore capo Dalademokraten i Aktuellt. Modera: Carl Henrik Svenstedt, regista e scrittore.

Il secondo appuntamento è per il 2 novembre all’Aamod (Archivio Audiovisivo Mondo Operaio e Democratico) alle ore 17,00 in via Ostiense, 106  saranno presenti: Francesca Chiavacci, Enzo De Camillis, Elio Matarazzo, Silvia Tarquini, Vincenzo Vita. Per l’occasione si presenterà il libro “La Verità Detta, Testimonianze sul Pasolini Politico, a cura di Enzo De Camillis (Ed. Artdigital) INGRESSO LIBERO

Il docu-film di Enzo De Camillis racconta Pier Paolo Pasolini nei primi difficili anni del suo arrivo a Roma . Ha come filo conduttore la voce dell’attore Leo Gullotta che legge la lucida denuncia di Pasolini “Io so… ma non ho le prove” – pubblicata il 14 novembre del 1974 sulle pagine Corriere della Sera, l’appassionante lettura si intreccia con le testimonianze/interviste di protagonisti del mondo della cultura e di “ragazzi di vita” che hanno conosciuto Pasolini. Il docu-film propone un ritratto inedito dell’artista, offrendo l’occasione di riflettere e capire profondamente come Pasolini abbia spietatamente individuato e denunciato, senza falsi buonismi, senza ipocrisia e con il suo sguardo tagliente e critico – già negli anni Sessanta/Settanta- fatti che sono ancora attualissimi.


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