La spiritualità di Enzo Gragnaniello

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Lasciamo ai poeti la libertà di esprimersi senza condizionamenti. Permettiamo al loro talento di compiere il proprio percorso, di raccontare il nostro tempo, che viviamo con inconsapevole frenesia, e di disegnare, con l’architettura delle parole, quello che sarà il futuro. I poeti non sono veggenti, ma i grandi riescono a raccontare anche quello che sarà. Enzo Gragnaniello, lo sciamano dei vicoli di Napoli, il musicista che ha impiegato 25 anni per compiere 250 metri, la distanza che divide casa sua, i Quartieri Spagnoli e il teatro San Carlo, dove poi si è esibito, è tutto questo.

Il poeta, uno dei più grandi poeti, che la musica che nasce a Napoli può annoverare. L’occasione per porre questa riflessione ci è offerta dal nuovo album di Enzo “Misteriosamente” (etichetta Nar International/Fujente Music – distr. Self) a quattro anni di distanza dal suo precedente lavoro, “Radice”. “Sentir cantare Enzo Gragnaniello, ha scritto negli anni scorsi lo scrittore Raffaele La Capria, vuol dire ascoltare un’espressione che viene da lontano che unisce l’umano e l’ancestrale”. Sensazione che mi accomuna al pensiero di La Capria.

Quando ascolti Gragnaniello comprendi subito che si tratta di ritmi, suoni e parole che provengono da lontano, chissà, forse da un altro mondo. Non c’è una spiegazione a tutto questo. Chi prova a scriverne o lo fatto fino ad ora può, semplicemente, esprimere un pensiero, una sua visione. Nessuno potrà mai mettere un punto ad una improbabile verità. Gragnaniello va ascoltato per via della grande spiritualità da cui nascono le sue parole, i suoi versi i suoi suoni. Non si tratta di un Maestro che dispensa insegnamenti, fosse così le corde della sua chitarra si sarebbero già spezzate da tanto tempo, ma di una voce eterna, di un mantra che con dolcezza e impetuosità parla al profondo intimo umano. Sembra quasi inappropriato dover parlare di materialità, argomentare sul nuovo lavoro discografico, quando ci si trova dinanzi a chi è capace di rimescolare tutto, cassando i limiti dell’intelletto umano. “Misteriosamente”, questo nuovo lavoro di Gragnaniello è il frutto di tutto questo.

Dodici brani firmati, prodotti e arrangiati dal cantautore napoletano che duetta con Raiz proprio in “Misteriosamente”, il brano che dà il titolo all’album, un canto all’amore e alla verità. Un invito a togliere le maschere e a guardare meglio sotto la luce di un amore. Ma più si ascoltano i brani di questo lavoro e più ci si stupisce, ci si meraviglia. Si comprende, insomma di quanta forza abbia la parola e di quanto sia travolgente se ad essa si accompagna la musica. C’è tempo per un duetto anche con Nino Buonocore in “Quale futuro vuoi”. Sì, qui la si dice tutta: “Quale futuro vuoi se non conosci il mondo, guarda prima dove sei nato, prima ancora tu chi sei stato. Guardati con gli occhi di un altro”.

Ad accompagnare Gragnaniello ci sono anche dei musicisti dall’inconfutabile valore come Daniele Sepe, Erasmo Petringa e Riccardo Veno. Ogni parola di ogni singolo testo offre spunti di riflessione importanti. “Guardo il mare”, dove lui, Enzo vuole restare. Ma c’è tristezza a osservare “un mondo di bellezza nelle mani di chi ha fatto solo schifezze”, c’è tristezza a osservare “i bambini che crescono in un mondo pieno di imbroglioni”. Ma quanta spiritualità ci offre il poeta Gragnaniello. A dire il vero Pino Daniele in una delle sue ultime interviste dichiarò che “a Napoli ci sono bravissimi musicisti e un poeta come Enzo Gragnaniello”. All’amico di scuola Pino, Enzo Gragnaniello dedica l’ultimo brano, “Il viaggio di un amico”. Un brano che mette insieme musica e versi gutturali che vengono fuori dalle viscere magmatiche che Enzo rappresenta. A mio avviso una sorta di “Balia”, un testo di qualche anno fa, senza parole. “Balia senza di te”. Allora grande omaggio e intuizione artistica nell’omettere le parole. Vibrazioni e sensazioni che lasciano spazio alla spiritualità dell’animo di spaziare come meglio crede  e vede.


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