Combattere la criminalità investendo nella cultura. E’ il modo migliore per onorare la memoria di Giancarlo

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Giancarlo aveva 26 anni, Silvia Ruotolo 39, Paolino Avella 17 e l’ultima vittima in ordine di tempo Anatolij 38. In Campania sono oltre 300 le vittime innocenti della criminalità. Poi ci sono i baby killer. Qui c’è un’emergenza criminalità che a noi pare proprio non venga considerata in tutta la sua drammaticità da chi ci governa.

Non è un problema che può essere affrontato e risolto solo localmente c’è bisogno di interventi strutturali, concreti, valutabili e soprattutto a lungo termine. Si sa tutto sulla criminalità, la polizia e la magistratura hanno fatto un lavoro straordinario, ma evidentemente non basta, ora ci vuole un programma di investimento e bisognerà investire sui bambini per dare loro una chance.

Nel suo ultimo articolo Giancarlo, 30 anni fa,  parlava di muschilli, ragazzini che non potendo essere puniti per la loro giovane età venivano adoperati per lo spaccio di droga. Se in questi 30 anni qualcuno avesse investito in cultura per quei muschilli oggi forse non avremmo le paranze dei bambini che a Napoli sparano, uccidono e vengono uccisi.
Si sta disperdendo colpevolmente una fetta enorme di capitale umano e se a questi aggiungiamo che i nostri migliori ragazzi scelgono di vivere all’estero, si comprende come il nostro futuro non sia proprio roseo.

La criminalità è il vero grande problema di Napoli, della Campania, del Sud.
Non è una questione solo napoletana o del Sud d’Italia, non è una questione che ha a che fare solo con le Forze dell’Ordine e la Magistratura. La questione invade il campo della cultura. Chi sceglie la strada della criminalità lo fa perché non ha alternative e stiamo vedendo in questi giorni che  lo fa presto.

Dopo 30 anni dalla morte di Giancarlo e dopo tante battaglie combattute per la legalità anche in suo nome crediamo sia giusto rivolgere un appello al nostro primo ministro.

Le chiediamo, signor primo ministro, di credere nella rinascita di Napoli e le chiediamo di investire sull’infanzia, sui bambini che nascono oggi, nel 2015, e che tra 8 anni terminata la scuola dell’obbligo avranno delle opportunità e non sceglieranno la strada senza uscita della criminalità.

Save the children ci dice che oggi  un ragazzo su quattro in Campania non sa leggere. È noto che investire nella prima infanzia, nei primi mille giorni di vita, è un investimento altamente produttivo. Le chiediamo: tutor per le famiglie a rischio, asili nido (quasi inesistenti al sud), più scuola, più cultura al sud. Le chiediamo di dare fiducia e speranza a quei giovani napoletani che con coraggio restano qui e si battono per la loro città.

Ecco oggi dopo 30 anni dal vile assassinio di Giancarlo crediamo sia giunto il momento di invertire la rotta, e chiediamo a chi ci governa interventi seri e duraturi e a tutte le persone perbene della nostra città e della nostra regione che sono la stragrande maggioranza,  a loro chiediamo di non dimenticare e di provare, come Giancarlo e i ragazzi degli anni Ottanta, a cambiare questa città, questa Italia. Dipende anche da noi, dal nostro modo di vivere, dalla nostra capacità di rispettare le regole, tutte le regole, e di farle rispettare. Forse non è tutto. Forse non basta per cambiare una città, un paese intero. Forse sì. Comunque è quello che noi possiamo fare, senza essere eroi. In fondo non ci vuole molto.

Ed è il modo migliore per ricordare Giancarlo e onorare la sua memoria.
Noi ci crediamo


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