No. Pertini…

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Sandra Bonsanti

No, Sandro Pertini non avrebbe promulgato. E nemmeno Oscar Luigi Scalfaro. Ma che Sergio Mattarella non avrebbe avuto il coraggio di sfidare la clacque quirinalizia che è alla genesi dell’Italicum era ampiamente prevedibile.
Non si trattava di forzare la Costituzione e di prendersi poteri che non spettano al Presidente. Si trattava semplicemente di sfidare l’interpretazione dei corifei renziani e puntare sul significato autentico di questa legge che incide pesantemente sulla Repubblica parlamentare.
Mattarella avrebbe dovuto tapparsi gli orecchi davanti alle ripetute incursioni di Napolitano, instancabile sostenitore di una riforma da lui voluta. Avrebbe dovuto non leggere le anticipazioni dei giornalisti su una firma non ancora avvenuta, non vedere nemmeno la firma del capo del governo sbandierata con un tweet. Avrebbe dovuto fare orecchi da mercante al giudizio positivo della agenzia di rating Fitch , potente sirena internazionale, che prima ancora della promulgazione scriveva che “la nuova legge è un progresso nel cammino delle riforme istituzionali e strutturali che se portato avanti porterebbe a un rafforzamento nel medio termine del profilo di credito sovrano riducendo il rischio politico che grava sulle decisioni di natura politica ed economica.”
Nate su richiesta della J.P.Morgan col documento del maggio 2013 e chiuse con l’applauso di Fitch, le riforme renziane ci lasciano in un terreno inesplorato, in una sorta di groviglio istituzionale del quale non sarà facile trovare il modo di liberarsi: basta pensare al pasticcio di questa legge che riguarda solo una Camera e che dà già per scontata la chiusura dell’altra Camera.
Siamo in una zona di pura follia. E allora perché, perchè ci chiediamo ancora, il Presidente Mattarella non si è opposto? Crede forse che questa legge truffa ridurrà la distanza fra cittadini e istituzioni? Che semplificherà la forma repubblicana senza ferirla?
Non avremo risposte se non la formula della non evidente incostituzionalità. Eppure con l’Italicum eleggeremo il premier e non il Parlamento. Eppure con l’Italicum consegneremo il potere a un uomo solo. Eppure con l’Italicum non sceglieremo i nostri deputati.
E così via.
Peccato Presidente, ha perso una grande occasione: quella di far valere la sua saggezza e la sua competenza per vincere il male oscuro che ci opprime e che lei avrebbe dovuto riconoscere. Auguriamo al nostro Paese che lei non debba mai pentirsene.

Da libertaegiustizia.it


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