Migranti, Arci: “Sono ripresi gli sbarchi, e purtroppo anche i naufragi. Servono canali di ingresso umanitari, un sistema adeguato di soccorso, un piano nazionale di accoglienza. L’Italia e l’Europa devono farsene carico subito”

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“Nel fine settimana sono stati soccorsi nel canale di Sicilia 5629 migranti. Solo nella giornata del 12 aprile le operazioni di salvataggio sono state 22, mentre il 13 aprile ci sono stati 10 salvataggi di imbarcazioni partite dalla Libia. Si tratta in gran parte di persone provenienti dall’Africa sub sahariana, oltre che di eritrei, somali, etiopi e siriani. Purtroppo, non sempre si è riusciti a intervenire per tempo, e si ha conoscenza di almeno due naufragi, oltre alla denuncia di una ong egiziana del bombardamento, da parte della marina di quel paese, di una nave che trasportava somali ed eritrei”. Lo scrive l’Arci inuna nota.

“Come era del tutto prevedibile, col bel tempo sono ripresi i viaggi in mare per raggiungere le nostre coste. Le tante situazioni di conflitto e di crisi in corso nel nord Africa e in Medio oriente non possono che moltiplicare i tentativi di fuga per salvarsi dalle violenze. L’Italia e l’Europa non possono chiudere gli occhi, ma aprire immediatamente quei canali di ingresso umanitari che da tempo chiediamo per evitare altre vittime. Con l’apporto dell’Unhcr si operi subito anche per realizzare campi di transito in nord Africa dove possano essere rilasciati – in particolare per le persone che fuggono da paesi con conflitti in corso – lasciapassare che consentano di imbarcarsi su mezzi sicuri messi a disposizione dall’Unione europea”.

“Ancora una volta chiediamo inoltre che venga ripristinata un’operazione finalizzata al soccorso e al salvataggio con le stesse caratteristiche di Mare Nostrum, coordinata a livello europeo. I flussi d’arrivo andranno poi distribuiti con quote nazionali in tutti i paesi Ue, sospendendo il Regolamento di Dublino. Infine, l’Italia deve dotarsi subito, prima dell’ennesima ‘emergenza’ gestita a costi altissimi, umani e finanziari, di un piano d’accoglienza, attivando tutti i canali disponibili e riconducendoli a un unico sistema coordinato dal servizio centrale dello Sprar. E’ necessario muoversi con la massima urgenza quindi, evitando di perder tempo con l’idea di scaricare sulle spalle dei paesi nord africani la responsabilità dell’accoglienza o, peggio ancora, di assegnargli il compito di bloccare i flussi di profughi e richiedenti asilo. Altri ritardi, magari per cinici calcoli elettorali, non sono più tollerabili”.


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