La Liberazione non va in prescrizione

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Leggo con dolore che l’Associazione dei Partigiani (ANPI) ha cancellato il corteo del 25 Aprile a Roma, per le tensioni tra reduci della Brigata ebraica e i gruppi filo-palestinesi, per non ripetere le contestazioni del passato alle bandiere israeliane.

Così la Festa della Liberazione dopo 70 anni cade in prescrizione, anzi in confusione. Come se il fascismo non esistesse più o non potesse più rinascere. E invece il fascismo c’è ancora.
In chi tratta i migranti come una “razza” inferiore e li schiavizza nelle campagne.
In chi vuole cacciare i Rom invece di dare istruzione ai loro figli, per salvarli dal borseggio infantile.
Nei bhuu degli stadi e nelle scritte contro gli ebrei.
C’è fascismo nelle mele marce delle forze dell’ordine che torturano e ricordano con orgoglio quelle “imprese”. E nei partiti che difendo gli aguzzini, che insozzano la “nostra” Polizia democratica.
 
La democrazia ha bisogno di memoria per essere più forte delle emozioni primordiali.
E contro il nuovo fascismo serve la nuova Resistenza.
Oggi, come 70 anni fa.

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