La “Ley Mordaza”, una riforma di legge per mettere a tacere la Spagna

0 0

Sarebbe corretto parlare di riforma della “Ley Orgánica de Protección de la Seguridad Ciudadana”, ma ormai tutti la conoscono come “Ley Mordaza”. La nuova “legge bavaglio” ha concluso l’iter parlamentare giovedì 26 marzo, giorno in cui sono state approvate anche la riforma del Codice Penale e la Ley Antiterrorista.

La Ley Mordaza è stata oggetto di numerose polemiche a causa delle limitazione alle libertà d’espressione e di associazione che essa comporterebbe. Le critiche manifestate  da Bloggers, giornalisti e associazioni per il libero pensiero hanno attirato l’attenzione dell’Onu e del dipartimento specializzato nella tutela e rispetto dei diritti umani. Tra i punti maggiormente discussi della legge si segnalano:

  • “Per effetto della legge, si considerano organizzatori o promotori di riunioni o manifestazioni in luoghi pubblici, le persone fisiche o giuridiche che abbiano sottoscritto la suddetta organizzazione”. In sostanza, sono previste multe dai 100 ai 60.000 euro per tutti coloro che, soprattutto attraverso internet e i social media, possano essere ricondotti all’organizzazione di un evento (manifestazione, corteo…) che abbia turbato l’ordine pubblico. Qualora un utente non fosse direttamente coinvolto nell’organizzazione, saranno sufficienti un tweet o un hashtag esplicitamente correlato all’avvenimento, per rischiare di incorrere ugualmente nelle sanzioni.
  • È proibito “L’utilizzo non autorizzato di immagini o dati personali o professionali relativi ad autorità o esponenti delle forze dell’ordine, che possa mettere a rischio la sicurezza personale e familiare degli agenti […]”. Oltre a multe sino a 30.000 euro, ai poliziotti sarà inoltre consentito il sequestro delle macchine fotografiche/cellulari di tutti coloro che si rifiuteranno di rispettare la norma.

Le restrizioni imposte dalla Ley Mordaza hanno fatto squillare il campanello d’allarme dell’ONU. Maina Kiai, relatore speciale per i diritti di riunione pacifica e associazione, ha dichiarato che la riforma in essere, oltre a limitare i suddetti diritti, ne ridimensiona considerevolmente le possibilità d’azione ad essi correlate.  Un gruppo di relatori ha infine chiesto in forma ufficiale di rivalutarne l’applicazione giacché questa “minaccia di violare i diritti e le libertà fondamentali degli individui”.

L’entrata in vigore della Ley Mordaza è prevista per mercoledì 1 Luglio. Da oggi, per circa due mesi, il governo spagnolo sarà chiamato ad una prova di coscienza nel rivalutare quelle riforme che, al di là delle giustificazioni soggettive, rappresentano un’oggettiva limitazione delle libertà di associazioni ed espressione.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21