Esiste una soluzione al problema dei migranti

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La questione dei migranti ha dominato nelle ultime ventiquattro ore la politica europea e il presidente del Consiglio-segretario del partito democratico, l’ex sindaco di Firenze  Matteo Renzi sa che andare avanti a centinaia o addirittura migliaia di migranti scomparsi nel Mediterraneo significa rinunciare al cammino del governo di cui è leader. Di qui da una parte, la rivelazione-espressa oggi dal Sole 24 ore, il quotidiano degli industriali-delle differenze che hanno caratterizzato la missione italiana (durata dal 18 al 31 ottobre 2013)delle ragioni che hanno differenziato, con inevitabili differenze e conseguenze, Mare Nostrum italiana e Tritum messa in piedi nel periodo successivo dalla Unione Europea.

L’operazione italiana era partita 18 ottobre 2013 dopo il tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre in cui era no stati accertati 366 morti. I due obbiettivi della missione erano stati: garantire la salvaguardia della vita in mare, arrestare gli scafisti. Impegnati mezzi della Marina militare, la Guardia costiera, l’Aeronautica, la Guardia di Finanza. In particolare, la Marina partecipava con una nave anfibia (dotata di capacità ospedaliere e grandi spa zi per accogliere i naufraghi), due corvette, due pattuglia tori ,due elicotteri e tre aerei.

Le navi d’altura si spinge vano fino a ridosso delle coste libiche per operare i soccorsi. Il costo dell’operazione era di nove e cinque centomila euro al mese. Si è conclusa alla fine di ottobre. Triton è stata affidata a Frontex, l’agenzia europea delle frontiere e l’obbiettivo non è stato quello di salvare le  vite in mare ma operare il controllo delle frontiere che è la missione istituzionale dell’agenzia.

Per compiere il proprio mandato, le navi di Frontex  si mantengono entro un’area di 30 miglia dalle cose italiane e il budget mensile è di 2,9 milioni di euro, i mezzi impiegati sono due aerei, un elicottero, tre navi di altura e quattro motovedette.  E’ agevole vedere le diverse conseguenze dei due piani, quello italiano e quello europeo. Il presidente francese Hollande chiede il rafforzamento dell’operazione ma finora non è successo nulla. Di qui la proposta che il presidente-segretario italiano vuole proporre oggi sul tavolo dei ministri degli Esteri riuniti in Lussemburgo nell’ambito del Consiglio Europeo. I tempi di una simile di polizia internazionale non possono essere brevi ma quello che è accaduto ieri mostra la necessità di trovare al più presto una soluzione che  intervenga al più presto in una crisi diventata sempre più tragica e difficile. Non a caso si tornerà ad insistere con le organizzazioni internazionali umanitarie e con l’Unione Europea per l’urgente creazione di campi per i profughi in Nord Africa in modo da poter smistare le istanze già presentate da più parti per il riconoscimento internazionale dello status di rifugiato politico. E’ stato subito scartata l’idea di un blocco navale da attuare a poche miglia dalla Libia di cui si è fatto per così dire portavoce il nuovo leader  della Lega Matteo Salvini. E’ stata peraltro giudicato impossibile ripristinare una missione umanitaria come era stata due anni fa Mare Nostrum proprio perché agevolerebbe l’attività criminale di chi sa che alle persone imbarcate anche su mezzi di fortuna basterà lanciare un sos poco dopo la partenza per essere soccorse e salvate. L’unica strada ritenuta percorribile in questo momento è quella di un intervento che miri a stroncare le organizzazioni criminali. La situazione libica è insolubile finché ci sono due governi contrapposti e ci sono troppi miliziani che tentano di impedire qualsiasi negoziato tra i governi nè la crisi si risolverà se non si arriva non si sa come a formare un solo governo libico di unità nazionale.

In attesa che questo succeda l’operazione di polizia internazionale a cui pensa il governo italiano potrebbe funzionare in maniera provvisoria ed evitare almeno la morte continua di migliaia di emigranti che lasciano i propri paesi per la guerra e la miseria crescenti.


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