Scuola. Il governo in confusione

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Salta il decreto al Cdm. Flc Cgil: subito assunzioni dei precari poi un disegno di legge. Pronte clamorose iniziative di lotta.

Di Alessandro Cardulli

Il governo è in confusione. Un ministro, quello della scuola, che doveva presentare il decreto legge, la “buona scuola”, ha saputo solo a tarda ora, lunedì sera, che Renzi Matteo  aveva deciso, in piena solitudine, che il decreto non sarebbe stato più presentato al Consiglio dei ministri previsto nel pomeriggio di martedì.  Sarebbe stato sostituito da un disegno di legge. “Sono basita – dice il ministro Stefania Giannini – avevamo messo tutto a posto con un lavoro di cesello faticosissimo”. E anche molto contrariata e infastidita, dicono i cronisti, tanto più che si era anche iscritta di recente al Pd partecipando al convegno promosso dal partito. In fondo, verrebbe da dire, significa che Renzi ha capito che è l’ora di finirla con i decreti che non consentono un vero confronto parlamentare, a meno che non ci sia l’urgenza. Ma non è così. In questo caso una urgenza particolare c’era, quella della assunzione dei precari tanto sbandierata che ora salta, a meno che non si operi uno stralcio per le assunzioni tanto sbandierate dal governo. Lunedì sera, alle ore diciotto, Renzi parla, o meglio scambia sms, con chi segue la scuola all’interno del Pd.

Improvvisa decisione del premier che se la prende con Brunetta, ma ètutta una finta

“Tutto a posto –dice – il decreto fila”. Passano poco più di tre ore quando il premier, ore 20,45, scambia qualche battuta  con i giornalisti che stazionano a Palazzo Chigi. Fa capire che non ci sarà alcun decreto, né legge delega per la scuola. Tutto dentro un disegno di legge parlamentare. E sbotta, ma è tutta una finta, “che Brunetta si assuma l’onere di non far assumere 160 mila precari della scuola”. Se la prende con il capogruppo di Forza Italia che aveva protestato per la presentazione di un ennesimo  decreto. Una specie di scaricabarile in cui Renzi  è specialista trovando il nemico cui indirizzare i suoi strali. Raccontano le cronache che  al premier viene fatto presente da chi ha lavorato per la “buona scuola” che, fra parentesi , buona non è, viste le critiche dei sindacati, della Flc Cgil in particolare e delle organizzazioni degli studenti, che così “saltano le assunzioni il primo settembre: per stabilizzare i docenti, metterli a ruolo, costruire l’organico funzionale di ogni istituto, ci vogliono mesi. Non riusciremmo a farcela neppure se il Parlamento approvasse tutto entro l’estate”.

È assurdo pensare di procedere per i precari con un disegno di legge

Immediata e durissima la reazione della  Flc Cgil (Federazione lavoratori della conoscenza) che chiede subito un provvedimento per i precari e un disegno di legge su tutte le altre materie, coinvolgendo le scuole, i territori, le forze sociali, il Parlamento. “È assurdo pensare – afferma la nota della Flc – che sulle immissioni in ruolo dei precari si possa procedere con un disegno di legge. Dopo aver sbandierato per mesi la stabilizzazione di 150 mila precari, cambiando continuamente idea sul numero e sui precari da assumere, adesso si rinvia tutto. Non si è voluto discutere con le Organizzazioni sindacali – prosegue la nota – un piano serio per stabilizzare tutto il precariato della scuola nel rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea, sentenza che definisce illegittimo l’uso prolungato dei contratti a termine in tutti i comparti della conoscenza e che non può essere stravolta e aggirata”. “Non c’è più tempo da perdere se si vogliono fare le assunzioni a settembre. Su tutte le altre materie – prosegue la Flc Cgil – è opportuno prevedere un disegno di legge che coinvolga le scuole, i territori, le forze sociali e il parlamento. Ma se i contenuti dovessero essere quelli che circolano in queste ore ci troveremmo di fronte a un ulteriore attacco alla scuola, alla Costituzione, ai diritti dei lavoratori e a una evidente deriva aziendalista nelle scuole. La FLC CGIL è pronta a iniziative clamorose di mobilitazione e a proseguire con le vertenze legali per garantire la stabilizzazione di tutti i precari. Non accetteremo che la demagogia del Governo si scarichi sui lavoratori”.

La virata di Renzi. Il ruolo del Quirinale, gli sgravi fiscali per chi frequenta scuole private

Perché questa improvvisa marcia indietro di Renzi Matteo? Nessuno può credere alla  “ipotesi Brunetta”, una opposizione  a tutto campo nei confronti del decreto. Proprio qualche giorno fa il presidente del Consiglio aveva dichiarato che la decretazione è necessaria per rompere l’ostruzionismo. Le motivazioni sono diverse: la prima quella che  dagli ambienti del Quirinale sarebbero arrivate notizia non buone, il Capo dello Stato non gradirebbe i decreti su questioni non urgenti. Lo stesso premier ha dichiarato di “voler coinvolgere le opposizioni nello spirito del Presidente della Repubblica”. Se così è, meglio tardi che mai. La seconda riguarda i contenuti , in particolare si fa sapere che nelle bozze non c’era ancora il miliardo annunciato nella legge di stabilità, ma solo 680 milioni. Ancora: invece dei tre miliardi promessi per il 2016 se ne  prevedono solo 2,38. Ridimensionati anche i numeri delle assunzioni. Ma il vero problema riguarda gli sgravi fiscali alle famiglie i cui figli frequentano le scuole paritarie per i quali 44 parlamentari della maggioranza avevano rivolto un appello al capo del governo. Era stato dato l’annuncio che la richiesta era stata accolta, poi si è detto che non compariva nel testo del decreto. Renzi aveva detto: “Sul piano economico è conveniente allo Stato, vediamo se teniamo sul piano politico”. Forse, il motivo vero  è proprio questo, perché  esiste anche una Costituzione della Repubblica italiana.

Da jobsnews.it


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