I corrotti che “spuzzano”. L’alta lezione sociale di Francesco

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Non c’e’ nessuna stagione piu’ della primavera che apra il cuore alla speranza. Forse anche per questo Papa Francesco avra’ scelto il 21 marzo per venire a Napoli per una giornata indimenticabile. Canoniche le tappe: il saluto alla Madonna a Pompei, il quartiere noto alle cronache di Gomorra ovvero Scampia, la piazza per antonomasia, il Plebiscito – l’ultima volta riempita per l’omaggio a Pino Daniele –  , il lungomare per stare coi giovani e le famiglie,gl’ incontri con carcerati, disabili e ammalati.
Ma l’amore, che trovava già terreno fertile, e’ scoppiato per i fuori programma, per i protocolli infranti,per il congiuntivo sbagliato nella piazza di Scampia dedicata a san Giovanni Paolo II, il papa del “se sbaglio mi corriggerete”. Perfetta,invece, la  pronuncia dialettale di Bergoglio della frase di sempre del Cardinale Sepe:”A Maronna v’accumpagne !” . La speranza come la primavera, tempo di riscatto, Francesco, l’ha rinvigorita, anche ricordando che “Dio vive a Napoli” , dove nulla e’ facile, ma nemmeno triste. E sara’ tutto ancor piu’ allegro se i camorristi si convertiranno all’amore e alla giustizia.
Quante felici coincidenze ! Anche col giorno che Libera dedica alle vittime delle mafie. I corrotti che “spuzzano” ,un termine che proprio perche’ storpiato passera’ dalla cronaca alla storia,il male che ruba il futuro, l’invito a reagire alla camorra,il siamo tutti migranti,il diritto a un mondo piu’ giusto  non negando ad alcuno la possibilita’ di lavorare. Una visita che e’ apparsa in piena continuita’ con quelle nel 1979 e soprattutto nel 1990 di Giovanni Paolo II e che e’ sembrata, dopo l’annuncio dell’anno santo straordinario dedicato alla misericordia, anche rivelativa della volonta’ profetica di Benedetto XVI, il Papa teologo , che ha sentito in preghiera come ,una volta lasciata la sua alta lezione,  la gente avesse bisogno di un Pontefice pastore-parroco del mondo, capace di comunicare,di trasferire i concetti con la semplicita’ delle emozioni.
Napoli, per  Francesco, appellato da qualche giovane tra la folla, affettuosamente Kekko o France’, e’ stata la cartina di tornasole che ha svelato  chiaramente l’architrave del suo Pontificato. All’ombra del Vesuvio, ancor di piu’ da oggi, tutti  sperano possa essere, contrariamente da quanto lo stesso Bergoglio ha esternato nei giorni scorsi , assolutamente lungo. “Napoli oggi ha avuto una grazia ” ha detto una donna del popolo intervistata dal Tgr Campania, mentre altri auspici sono stati colti nella liquefazione a meta’ del sangue di San Gennaro ( non era accaduto in occasione delle visite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), per i napoletani credenti  nel miracolo del patrono una sorta di ciliegina sulla torta. Ma anche per i non credenti una giornata di alta lezione sociale.

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