Primarie Pd: dopo il ridicolo della Liguria, sconcerto e turbamento in Campania

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Di Pino Salerno

Domenica primo marzo avranno luogo le Primarie del Pd per eleggere il candidato governatore della Regione Campania. Si tratta di Primarie estremamente controverse, con diversi colpi di scena e un panorama politico devastato dalla lotta di potere tra le diverse fazioni interne al Partito democratico. All’inizio, sembra che si sia fatto di tutto per pervenire ad una candidatura unitaria, in modo da scongiurare il ricorso alle Primarie, che da subito potevano far pensare al rischio di una ripetizione di quanto accadde alle Primarie per il sindaco di Napoli nel 2011, che, come si ricorderà, furono annullate per evidenti infiltrazioni e brogli, e il nuovo candidato “unitario” del Pd perse contro De Magistris. Anche nella vicenda del candidato governatore, sembra si sia ripetuto lo stesso scenario: le fazioni hanno prevalso, le Primarie si faranno, con la complicità della segreteria nazionale, e il caos in Campania appare abbastanza evidente. E a pochi giorni ormai dalle Primarie si susseguono i colpi di scena. In sostanza, restano due i veri concorrenti: Andrea Cozzolino, eurodeputato, già protagonista delle primarie di Napoli, e il controverso sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. E che la partita possa essere influenzata da stranezze e brogli lo confermano tre dichiarazioni: una della vicesegretaria Serracchiani, e due tweet degli stessi concorrenti.

La posizione della Serracchiani, espressa all’Agenzia Ansa è la seguente: “il percorso delle primarie, gestito da Guerini, è stato complesso e delicato e va avanti da tanto tempo. Mi auguro sia un momento di vitalità del partito e che non ci siano problemi di altra natura”. Lasciamo ai lettori il giudizio su questi enunciati. A noi sembrano un capolavoro di ambiguità. Diverso il tenore dei tweet dei due candidati. De Luca scrive: “dobbiamo tenere i riflettori accesi per garantire il corretto andamento del voto contro i brogli e la creatività di qualcuno” (si riferiva al suo avversario Cozzolino?). Cozzolino replica: “Sui brogli, grande attenzione e mobilitazione, soprattutto puntando all’interesse dell’opinione pubblica”. Come si dice in questi casi, meglio mettere le mani avanti.

Il ritiro di Gennaro Migliore

Intanto, uno dei candidati, Gennaro Migliore, passato dal gruppo di Sel a quello del Pd alla Camera, ha deciso di “non partecipare più alle primarie di domenica prossima”. Lo ha fatto in una lettera aperta pubblicata da tutti i quotidiani e dopo un incontro al Nazareno con Renzi. Nella lettera di Migliore c’è un grande atto d’accusa su come le Primarie siano state vissute e interpretate dal Pd campano: “La mia scelta di scendere in campo, dopo essere stato indicato da un ampio schieramento del Pd come candidato unitario, nasceva dalla profonda fiducia in questo istituto della democrazia. E dalla speranza di poter rappresentare una candidatura di rinnovamento per il governo della regione. Nella situazione attuale, entrambe le condizioni sono venute meno”. E auspica che alle primarie campane di domenica sia “impedita ogni interferenza di noti rappresentanti della destra”. Ora, davvero non si capisce per quale ragione, di fronte a queste concrete e sonanti accuse, Migliore abbia tratto come una conseguenza possibile il ritiro della candidatura, come se una eventuale ferita democratica (sia i brogli che i patti con la destra sono ferite democratiche) non segni l’intero partito, come è avvenuto con le nette, legittime e sacrosante posizioni di Sergio Cofferati alle primarie della Liguria. Insomma, nel caso di Migliore segnaliamo una buona dose di ambiguità e di timidezza nel denunciare le vere ragioni di un abbandono a pochissime ore dall’inizio delle primarie. Perché una candidatura è un fatto pubblico, che va sostenuta e legittimata, ma anche un abbandono è un fatto pubblico, che va raccontato ai potenziali elettori e a coloro che c’hanno creduto in modo leale e trasparente. Che cosa si sono detti Migliore e Renzi? Esiste un prezzo da pagare per l’abbandono? E il suo giudizio sullo stato del Pd in Campania? Insomma, si tratta di nodi non ancora sciolti, e che forse si scioglieranno lunedì 2 marzo.

Il deputato lettiano Guglielmo Vaccaro si autosospende

Proprio in polemica con le primarie, il deputato lettiano Vaccaro si autospende dal Pd con parole dure e sprezzanti, e con la terribile accusa a Renzi di aver compiuto in Campania una finta rottamazione. “L’idea che si debba essere costretti” scrive in una lettera aperta pubblicata dal Mattino di Napoli, “da strategie nazionali che si sono rivelate sballate, a decidere chi sostenere tra persone (i due candidati iscritti al Pd) che non sanno cosa sia il rispetto della parola, degli impegni e dei propri doveri pubblici, è impensabile”. Basterebbe questa mazzata per uccidere un toro. Ma non finisce qui: “Le primarie per la scelta del competitore di Stefano Caldoro si celebreranno con un duello finale tra un amministratore condannato ed un impresentabile, come ci ha ricordato Roberto Saviano qualche mese fa. Due persone che conosco bene e dalle quali non comprerei una macchina usata, per dirla all’americana. Non so chi prevarrà, so però chi ha già perso: il Pd di Renzi ed il Pd delle persone che vogliono un cambiamento. Questo massacro di ogni e qualsiasi aspirazione al cambiamento nella nostra Regione non può trovarmi complice silente”. E conclude con la clava: “Dopo troppi rinvii e tanti errori, domenica prossima ci sarà una lotta a colpi bassi tra due personaggi che hanno vissuto una vita intera solo ed esclusivamente di politica politicante, massacrando continuamente i principi ed i valori della convivenza civile. Personalità che non hanno mai offerto esempi cui ispirare i comportamenti delle nuove generazioni”.

E se ne va dal Pd anche l’eurodeputato Massimo Paolucci

Ci limitiamo qui a riportare il vero e proprio atto d’accusa dell’europarlamentare. Ci sembra che ogni commento sia superfluo: “Ho sempre pensato, e continuo a pensare – spiega Paolucci – che il Pd sia la nostra casa naturale, lo storico approdo delle diverse esperienze e culture del centrosinistra italiano. Ho difeso questa tesi anche quando il mio dissenso su alcune scelte compiute da Renzi era molto forte. Quel che non posso tollerare è vedere il mio partito trasformarsi geneticamente. Quel che non posso sopportare è l’ipocrisia, la doppia morale. Tutti, a Napoli e a Roma – aggiunge – sanno che le nostre prossime primarie saranno un grande revival di Forza Italia. Tutti vedono le fotografie riportate dai giornali. Tanti, navigando sulla rete, hanno ‘scoperto’ fotografie imbarazzanti. Tanti sanno che le nostre prossime primarie saranno un replay peggiore di quelle svolte nel 2011. Tanti sanno che si va incontro a un disastro annunciato. Tanti – spiega – sanno che sotto gli occhi di tutti si stanno spendendo montagne di soldi. Tanti sanno che sotto i nostri occhi si definiscono accordi con interi settori del centrodestra, con i protagonisti della stagione cosentiniana”.

Da jobsnews.it


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