Indotto, la parolina magica che apparentemente appiana ogni deficit

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La mostra dedicata alla “ Ragazza con l’orecchino di perla, uno dei capolavori di Vermeer,   tenutasi Bologna dall’ 8 febbraio al 25 maggio 2014 , ha realizzato, con le sue 342.626 presenze,  il record assoluto di visitatori,  in Italia,  per il 2014. Si presume anche d’incassi. Per chi l’ha organizzata.  Ovvero  “Linea d’ombra”, di cui è unico Amministratore Delegato Marco Goldin, una garanzia per chi aspira a un sicuro successo.

550.000 euro, invece, il passivo per la Fondazione CARISBO che gestisce il circuito dei musei civici bolognesi denominato “Genius Bonomiae “,  di cui fa parte anche Palazzo Fava, sede della mostra. Insomma io ti concedo la sede espositiva ma senza partecipare agli introiti.  Un passivo preventivato, quindi, a danno del sistema museale, pur in sofferenza per scarsità di risorse e, in ultima analisi, del bilancio comunale.

Però c’è la parola magica  che apparentemente appiana ogni deficit: l’indotto. Perché 342.626 visitatori avranno pure fatto qualche consumazione nei bar o nei ristoranti o negli alberghi.

Il problema è che questo indotto sembra andare sempre a vantaggio dei privati  mentre all’ente pubblico sono addossate le spese di trasporti e delle pulizie. Queste spese, è stato calcolato per la città di Firenze, vanno in pareggio solo nel caso i visitatori pernottino almeno una notte e consumino  almeno un pasto in un ristorante. Difficile che i visitatori di una mostra di grido rientrino in questa categoria.

La riprova  in una città d’arte per eccellenza come Venezia. Dove tra Biennale e istituzioni varie; Carnevale; Regata Storica; inopinati passaggi di grandi navi ed eventi mondani (vedi matrimonio di George Clooney)  l’indotto di sicuro abbonda.

Il deficit, invece, è tutto per il Comune ( commissariato )  che chiude il bilancio in rosso e  che per limitare i danni intende  vendere  anche gli ultimi  gioielli di famiglia rimasti


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