Dirotta su Cuba

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…che intonavano “liberi di liberi da”, ma sono solo canzonette.  Per entrare veramente nel merito di “Todos somos americanos” così enfaticamente pronunciato da Obama magari proprio in buona fede, dobbiamo prima superare l’acchiappante enfasi dell’e tutti vissero felici e contenti

E’ questa, infatti, roba seria e sensibile perché Cuba non è “solo” quello straordinario storico messaggio che ha accompagnato e indubbiamente inzuppato gli impulsi storici e romanticissimi di moltissimi tra noi cinquantenni (a salire). Cuba è, dal Che e da Fidel, il monolito -per quanto rosso invece di nero- di quell’odissea nello spazio (e tempo) del pianeta America: tra il suo sud così martoriato dal ciclo delle stagioni e il suo nord così efficientissimo non solo nel gestirle, ma alla bisogna anche rivoluzionarle e/o addirittura costruirsene di nuove in proprio e per conto terzi.

Aleida Guevara (figlia di Ernesto) da sempre impegnata a seguire le orme del suo papà (è lei a chiamarlo mi papá piuttosto che mi padre) a domanda: “è finita dunque la rivoluzione?” risponde: “no tendrá fin!”.  Se il popolo d’America (todos) arriverà ad assimilare nel suo DNA questo sintetico assunto allora, e solo allora, potremo (todos e non solo Cuba) esultare perché quella rivoluzione del papá si  è mai limitata solo a Cuba.


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