Norman Atlantic: “Non più Moby Prince”

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L’incidente di ieri 28 dicembre del traghetto  Norman Atlantic riporta alla memoria la tragedia del Moby Prince. Il dramma che hanno vissuto e stanno vivendo le persone su quel  traghetto non può   non far  pensare alle 140 vittime del Moby Prince.
Purtroppo gli incidenti capitano, come e’ capitato per il traghetto Moby Prince. Senza entrare nel merito delle cause dell’incidente e delle condizioni preesistenti del Norman Atlantic, la differenza sostanziale è che   la macchina dei soccorsi in questo caso  e’ stata organizzata bene e ha fatto e sta facendo il suo lavoro, mentre nel caso del Moby a Prince tutto è avvenuto nel segno della improvvisazione e disorganizzazione, considerando oltretutto  che l’incidente  è avvenuto nella rada di un porto, Livorno, in una limpida e serena notte di primavera del 1991… Ma tutti coloro che hanno avuto a che fare con la tragedia del Moby Prince, per i soccorsi ritardati e scoordinati, per le manomissioni avvenute  a bordo del traghetto dopo l’incidente, per le omissioni omertose, per i tentativi di depistaggio, per l’andamento dell’Inter inquirente e di quello  giudicante che hanno confezionato su misura  una verità banale, ma comoda,  quando vengono a sapere di  incidenti  come quello di ieri,  non si mettono la mano sulla coscienza?  I familiari delle vittime del Moby Prince non dimenticano la tragedia di 23 anni fa e lo stesso dovrebbe fare il Presidente Renzi che ieri è intervenuto puntuale ricordando il lavoro  che la macchina dei soccorsi ha fatto e sta facendo per portare in sicurezza tutti i passeggeri ed i membri dell’equipaggio  del Norman Atlantic. Lo stesso Renzi nei giorni scorsi ha ricevuto uno lettera aperta pubblicata su change.org in cui si  richiedeva per l’ennesima  a volta un suo impegno  riguardo alla vicenda del Moby Prince.  Alla luce di questa nuova tragedia del mare pensiamo per il Presidente Renzi  debba dare un segnale che può aiutare  il nostro Paese a cambiare pagina. Non  più’ Moby  Prince!
* Luchino Chessa è  uno dei familiari delle vittime del Moby Prince

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