Pakistan, dietro la strage c’è l’esplicito attacco al sistema educativo dello stato

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L’attentato di Tehreek-e-Taliban alla scuola di Peshawar al di là del tragico bilancio va letto con il cinico decriptaggio del linguaggio del terrorismo. Dietro quella massa di piccoli corpi straziati vestiti con le giacche verdi come quelle di un college inglese, c’è l’esplicito attacco al sistema educativo dello stato pakistano, quella Repubblica che già nella sua definizione istituzionale si dichiara islamica.
La smentita dunque della lettura di un fondamentalismo islamico assetato di sangue occidentale o cristiano, è d’obbligo.
Il movimento Tehreek-e-Taliban conferma che la guerra del terrore è, ora come non mai, concentrata proprio nella destabilizzazione di un islam moderato e capace di convivere con istituzioni civili.
Lo stesso movimento fondamentalista che “subisce” l’assegnazione del Premio Nobel a Malala Yousufzai chiamata in una loro recente dichiarazione “ la preziosa arma dell’occidente” oggi manda l’ennesimo messaggio ai cittadini pakistani: “state lontano dalle scuole, dai medici dell’antipolio, qualunque servizio a disposizione della comunità non controllato da noi, sarà attaccato”.
L’attentato di oggi reclama una risposta forte e chiara non solo delle istituzioni pakistane, che purtroppo spesso in passato abbiamo visto incapaci di sradicare quella corruzione e inefficienza che alimenta la propaganda fondamentalista, ma anche di tutta la comunità internazionale, presente nella regione.


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